Quello stupro di gruppo che cambiò in meglio il Paese

Quello stupro di gruppo che cambiò in meglio il Paese

Articolo di Saverio Di Giorno

C’è un paese che era molto simile all’Italia. Adesso non lo è più. Tutto è cambiato il giorno dello stupro. Ed è cambiato in meglio.

Premesse

All’inizio era un Paese davvero simile, infatti, non funzionava molto bene: chi nasceva povero aveva poche possibilità di cambiare le sue condizioni. Dal momento che in quel paese molto simile non veniva premiato né quella cosa orribile che è il merito, né quella cosa meravigliosa che è l’impegno. Dopo qualche tempo, molti decisero di arricchirsi illegalmente. In pochi anni, questo Paese molto simile era governato da persone ricche e criminali: chi si era arricchito è diventato potente e, per evitare di essere punito, cominciò a cambiare le regole. Dopo qualche tempo, in questo Paese molto simile, ognuno aggiungeva nuove regole e poteva capitare che chi rubava 100mila euro rischiava una multa, mentre chi rubava una borsa rischiava tre mesi di galera. Nessuno, giustamente, si fidava più della giustizia, che sembrava un apparato fatto per proteggere i potenti, più che per difendere i deboli.

Il fatto

In questo caos, avvenne lo stupro. D’estate. Torrida. (Era molto simile all’Italia, quindi, c’era anche in questo Paese un sacco di gente che non credeva alla crisi climatica). La ragazza venne stuprata da un gruppo di coetanei. No, correggo: non gruppo, branco. Così scrissero i giornali di quel Paese molto simile all’Italia. E lo scrissero perché così era più semplice. Se chi stupra fa parte di un branco, allora è un animale. E se è un animale è diverso da me: è geneticamente diverso da me. Se nasci animale poco ci possono fare l’educazione, la cultura, l’ambiente. Dicevamo: se nessuno ci può fare niente, nessuno è corresponsabile. Non si può far altro che punirlo. Le questioni genetiche non sono culturali: inutile mandare un cane a scuola, non dirà mai grazie, prego e scusi, come voleva la buona educazione di quel Paese. Anche in Italia è importante dire grazie, prego, scusi e rispettare tutti e tutto, d’altra parte questo Paese è molto simile. Dicevamo quindi: punirli. E come trovare una giusta punizione?

Avrete capito, a questo punto, che le persone non si fidavano della giustizia di quel Paese per i motivi detti prima. Cominciarono quindi a chiedere nuove regole: carcere a vita. Di più: fustigazione. Di più: il contrappasso. Nel Medioevo c’era e prima si stava meglio, così dicevano le persone di quel Paese. Essendo molto simili agli italiani erano molto ignoranti (se non serviva l’impegno, perché studiare). Gli ignoranti possono dire ugualmente grazie, prego e scusi: non c’era bisogno di cultura, ma di rispetto e valori, e queste erano le cose più importanti. Siccome erano in democrazia, un “carceratore” si presentò alle elezioni. Ma dal momento che, quando si comincia a cambiare, bisogna cambiare bene, altrimenti tanto vale non farlo, le vinse uno del “contrappasso”. E siccome era un paese anche libero, oltre che democratico, fu aggiunta una nuova regola. Di regole ne avevano aggiunte tante, sbagliate, per punire i furfanti, perché non anche una per punire uno stupratore? Dicevano così i giornali di quel Paese che cominciava ora ad essere dissimile dall’Italia. La legge fu aggiunta. I giovani furono sodomizzati e le prove della punizione furono presentate in pubblico. Le persone erano contente e dicevano “grazie”, perché erano anche educate oltre che contente. Le persone contente sono sempre educate.

Potrà forse sorprendervi, ma le cose cominciarono a migliorare. Non si sentiva parlare più di tanti stupri. E anche chi criticava il metodo brutale dovette ricredersi. Era bastato uno stupro di Stato per salvare l’esistenza a tante donne. Un sacrificio tutto sommato accettabile. Decisero quindi di replicare il metodo e tutti i reati: chi rubava, sarebbe stato derubato da funzionari che, in incognito e a sorpresa, sarebbero entrati nella casa dei parenti del ladro. Chi era condannato per omicidio doveva aspettarsi che, prima o poi, qualche funzionario avrebbe ammazzato i parenti del killer per numero uguale alle persone ammazzate e con le stesse modalità (così diceva la nuova regola). Il funzionario dopo aver commesso il delitto avrebbe esibito il tesserino e se ne sarebbe andato. Le persone erano contente: bastava agire bene e non si rischiava niente dopotutto, no? Le cose funzionavano benissimo. Talmente bene che dopo qualche anno non c’erano reati. Ora il Paese era davvero molto diverso dall’Italia. Gli unici stupratori, gli unici picchiatori, gli unici ladri, gli unici killer erano funzionari di Stato. Applauditi e ben voluti dalle persone perché loro avevano ristabilito l’ordine seppur con qualche sacrificio. Un Pese libero e sicuro: ora era certamente diverso dall’Italia.

Epilogo

Dopo qualche tempo, successero due fatti abbastanza prevedibili date le premesse di cui sopra. Fatto uno: chi aveva fame o chi voleva ammazzare o stuprare qualcuno, lo faceva e poi esibiva un tesserino rubato o falso da funzionario di Stato. E veniva applaudito e ben voluto. Fatto due: siccome il Paese, come si è detto, continuava ad essere governato da chi si era arricchito illegalmente e, siccome questi avevano aggiunto regole nuove affinché non fossero punibili (era un Paese di massima libertà!), comportarsi onestamente non solo era inutile, ma illegale. E quindi chi si comportava onestamente veniva punito a dovere dai funzionari di Stato. Applauditi e ben voluti. Essere onesti non era così importante, contava solo dire grazie, prego e scusi.

Sì d’accordo… c’era qualche avvocato o intellettuale che aveva provato a dire che c’erano regole in contraddizione, in quanto non si può dire che è un reato qualcosa e poi volere che lo Stato lo commetta, che la libertà non è aggiungere regole e che la democrazia non è affermare tutto quel che si vuole. Questi avvocati o intellettuali facevano notare che non si poteva più distinguere il criminale dallo Stato, chi aveva ragione da chi aveva torto. Inutile dire che anche questi furono puniti a dovere. No, non dai funzionari di Stato: dalla gente contenta. Perché un Paese ignorante preferisce sempre parlare di responsabili, invece che di responsabilità; preferisce avere condanne, invece che indagare le colpe; preferisce sempre le cose certe a quelle dubbiose. Le cose certe non si scelgono, si subiscono. Pertanto, le persone punirono gli intellettuali irrispettosi dicendo “scusi”, perché era un Paese sicuro e libero, fatto da persone educate e contente.

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