Il grido di Pan. Matteo Nucci e le radici della psiche

Il grido di Pan. Matteo Nucci e le radici della psiche

Recensione di Riccardo Mondo. In copertina “Il grido di Pan” di Matteo Nucci, Einaudi, 2023

Il lungo viaggio simbolico, che Il grido di Pan di Matteo Nucci ci offre alla consapevole paura del morire che conduce alla rinuncia del vivere, è di grande nutrimento ed è un grande dono per un autore che ha dedicato diversi volumi al mondo greco, come Le lacrime degli eroi (2013), L’abisso di Eros ( 2018 ) Achille e Odisseo (2020).

Tutti noi guardiamo alla Grecia, cercandovi la gloria del passato, la perfezione, la bellezza formale, la lucidità dello spirito. Nella sua mitologia e nella sua filosofia andiamo alla ricerca delle nostre origini, perché è lì che la nostra cultura ebbe inizio. Ma noi ci rivolgiamo alla Grecia per ricercarvi soprattutto una comprensione psicologica delle nostre vite oggi, qui, nella nostra ora.

Nessun’altra mitologia può vantare un grado di complessità e sistematicità tanto elevata quanto quella greca. La Grecia fornisce un modello policentrico che è il frutto del suo politeismo riccamente elaborato. Questa varietà fantastica offre multiformi fantasie atte a riflettere le molte possibilità. Questa Grecia fantastica e mitica, è una Grecia interiore della mente che è soltanto indirettamente connessa con la geografia e con la storia effettive.

E allora, dice bene Matteo Nucci quando ricorda che la sfida per la sapienza non è antica ma è attuale, fuori da ogni tempo; l’origine della sapienza non ha mai avuto fine. E ragiona bene l’autore quando ricorda come noi, o molti di noi, ci dibattiamo tra l’idiozia di chi non vuole vedere oltre il proprio naso, presi dalle proprie coazioni, e l’inconoscibile sapienza degli dei. Possibile quindi ritrovare una strada di mezzo per chi nella controra ricerchi scintille sapienziali.

A quest’ultimi, la Grecia dei grandi filosofi e mitologi permane come un paesaggio interiore, come una metafora del regno immaginale che ospita gli archetipi sotto forma di dei. Allora leggendo il grido di Pan, la nostra fantasia arretra nel mitico, nel non fattuale e non storico e così può re-immaginare quelle che sono le sue difficili situazioni fattuali e storiche da un più vantaggioso punto di vista.

Sono d’accordo con Matteo Nucci, il grido di Pan, è attuale per le nostre vite, è fecondo e vitale e ci riguarda tutti. Io, da psicoanalista, ho ritrovato in questa lettura molto di ciò che conosco e sperimento nella mia pratica clinica, negli incontri giornalieri con i miei pazienti. Ricorda Jung che gli antichi dei nei tempi moderni si manifestano nelle malattie, e tra questi, Pan, il dio capro, è la presenza più costante negli spazi terapeutici.

Il dio Pan si manifesta nel sintomo più comune e attuale tra i disturbi psicologici: l’attacco di panico che punisce i nostri inutili quanto eccessivi tentativi di controllo del vivere. La nostra stessa società, costruita per consumare illimitatamente, per negare la morte, è in preda ad un profondo attacco di panico. Le disordinate, confuse, isteriche e soprattutto repressive reazioni collettive ad ogni evento che sfugge al nostro controllo ne sono conseguenza, per questo la lettura di ogni libro che riporti alla sapienza greca diviene una vera e propria via terapeutica.

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