Muse nascoste di Nicola Vacca. La Donna raccontata dalle donne
Recensione di Ivano Criminari
Non è mai semplice parlare di un libro che parla di altri libri, ancora meno lo è parlare di parole che sventrano il mondo delle parole abusate. Muse nascoste di Nicola Vacca è un dolore necessario, salvifico, una lama che si accanisce nella piaga purulenta dell’inganno fino a far scaturire, limpido e fluido, il sangue della vera poesia, di quella poesia che avevamo dimenticato.
Questo è un libro declinato al femminile, che ci guida alla riscoperta di una poetica multiforme, di un linguaggio incendiario che, partendo dalle crepe più oscure del sociale, approda in uno spiritualismo immanente che diventa rivolta, ribellione, confine tra metafisico e senziente.
Sarebbe semplice definirlo un saggio, ma faccio fatica a considerarlo tale, questo libro è una dichiarazione d’intenti, un grido di dolore, il desiderio di raccogliere le ultime gocce d’acqua da un’anfora spezzata.
Nicola Vacca non è un semplice cronista di versi desueti e dimenticati, ma attore sofferente di vite spese per la poesia, sacerdote di un ideale di bellezza che tracima dalla corporeità per diventare essenza, inesprimibile, silenzio.
Non è un saggio questo volume, ma la necessità dell’autore di raccontare per raccontarsi, il bisogno di ferire, per immergersi pienamente in una poesia che non si rassegna all’equazione sole-cuore-amore di alcuni poeti, purtroppo contemporanei.
Lo scrittore si spoglia dei panni del critico per essere poeta, per far sue le piaghe che trasudano dai versi, per indossare l’emozione di ciò che racconta, per essere ciò che vive.
Il ritmo della narrazione toglie il fiato, non dà respiro, coinvolge il lettore con un tono lirico ed accorato, che rende Nicola Vacca il grumo di sangue nel quale le sue muse intingono il pennello per tramandare la loro rivolta.
Le donne raccontano la Donna e Nicola diventa accorata cassa di risonanza di una coscienza urgente e dolorosa che nel raccontare nasconde il bisogno di esistere ed esiste in una dignità ritrovata, non più disperata e disperante, ma resiliente fino a diventare, grazie allo scrittore, un fortilizio contro un male di vivere troppo spesso soltanto ostentato.
Questi sono i libri che vorrei vedere tra gli scaffali delle librerie perché la letteratura diventi risveglio, lotta, presa di coscienza, eresia.
Un libro corposo, pieno, emozionale, incandescente ed è esattamente di scritti così che abbiamo bisogno, perché la cultura non sia più mera ricapitolazione, ma sterminio di ogni manierismo.