Noi siamo la guerra
Di Martino Ciano
Spaccami il cuore, anche adesso. Fuori piove e le gocce tagliano. Ora ho paura di uscire e non voglio ferirmi. Penso questo prima di scrivere.
Noi siamo la guerra, l’ultima blanda speranza per sentirci umani. Adorno disse che dopo Auschwitz nessuno avrebbe più dovuto scrivere poesie. Ecco, da allora poesie ne sono state scritte tante e guerre ce ne sono state altrettante. Ovunque sia passato l’uomo è comparsa la devastazione, anche sulle opere della suprema tecnica possiamo apporre una sola firma: morte.
La guerra nucleare è stata minacciata. Esploda il mondo, allora, ché nessuna madre vuole più sacrificare i propri figli al cospetto dell’ennesima ripetizione della Storia. Ma il dramma peggiore è che passerà anche questa guerra e che i pacifisti continueranno a gridare mai più guerra. E nei giorni della pace i potenti continueranno a spartirsi il mondo, a succhiare le risorse, a uccidere in silenzio, a distruggere… così è stato e così sarà.
Allora, benedette siano tutte le guerre, perché l’uomo ha sempre lottato per i suoi interessi nel nome di Dio, del Capitale, dell’egoismo, della razza, della necessità, dell’emigrazione e della volontà di potenza.
Benedetta la guerra, quindi, perché è l’uomo che la vuole e chi si indigna oggi davanti ai fumi che si innalzano dalle macerie e davanti al terrore delle masse in fuga, se ne dimenticherà durante il tempo della pace. Perché la pace porta il gas, porta il petrolio, porta il pane, porta comfort a prezzi ragionevoli… ma nessuno si domanda da dove vengono quelle cose, come arrivano a noi e a chi le stiamo sottraendo. La pace è godere in silenzio.
Benedetta la guerra allora, perché anche in tempo di pace l’uomo ha lottato per la disuguaglianza. Perché ci lamentiamo se siamo riusciti finalmente a creare il mondo a nostra immagine e somiglianza?