Dal luglio ’60 al crollo del Muro: i comunisti romani si raccontano. Intervista a Pino Santarelli
Andrea Mancini ha intervistato Pino Santarelli, autore del libro “Io c’ero. Dal Luglio ‘60 al crollo del Muro: i comunisti romani si raccontano”, edito da Bordeaux edizioni nell’aprile del 2023
Scritto in forma di intervista/testimonianza, il suo libro si pone come un lungo dialogo con la Storia. L’idea, come racconta, è nata in seguito al ritrovamento di una lista, ma come è andata sviluppandosi in seguito?
Nella lista c’erano 65 nomi, era l’elenco dei nomi proposti al congresso della Fgci di Roma (luglio 1965, teatro Frentani ) per il nuovo comitato federale. Alcuni fra loro avevano fatto carriere importanti nei vari settori professionali, ossia come giornalisti, scrittori, professori universitari ecc. Con molti di loro nel corso di tutti questi anni ho seguitato ad avere rapporti per reciproco impegno politico, a volte per ragioni di parentela. Con altri, essendo diventati personaggi pubblici, pur non frequentandoli, li seguivo nelle loro attività. Una ventina di loro erano morti, di altri avevo perso ogni traccia; non sapevo più nulla, perciò mi sono messo sulle tracce di quelli con cui avevo rapporti e, man mano, con una specie di catena di Sant’Antonio, sono riuscito a rintracciarli quasi tutti
A ben vedere, “Io c’ero” è un libro che lavora sulla memoria, su quegli spazi che la cronaca lascia vuoti. In questo senso, il suo è un lavoro di ricostruzione collettiva, in cui le domande e le risposte si integrano. Come è stato ritrovare i vecchi compagni, dar vita insieme a loro a questo percorso?
Ma guarda questo è stato l’aspetto più gradevole dell’intero lavoro; è stato incredibile. Man mano che rintracciavo i compagni, li chiamavo al telefono. Era tempo del Covid e quindi si comunicava solo con il telefono o con il computer, immediatamente si ristabilivano confidenze, gerghi, amicizia e divertimento, anche se con alcuni erano più di cinquanta anni che non ci parlavo o non ci vedevamo. Veramente una bella esperienza.
E i suoi ricordi? In chiusura di testo lei ci lascia una testimonianza, ma è stato difficile frugare nella sua memoria?
All’inizio sì, poi man mano rimettevo in ordine tutti i fili della memoria. Li ho rivissuti con grande emozione a volte con commozione ed alcune volte con dolore.
Dalla quarta di copertina
Per molti comunisti la militanza è stata un’esperienza ad altissima intensità sociale ed emotiva, nonché un momento fondamentale nella loro formazione pubblica e personale. Attraverso interviste e dialoghi con i protagonisti della lunga stagione della sinistra romana, Pino Santarelli ripercorre cinquant’anni di storia politica della Capitale. Dai fatti di Porta San Paolo alla grande mobilitazione sessantottina, dal crollo del Muro alla svolta della Bolognina: successi, sconfitte, speranze e disincanti che hanno segnato la lunga storia rossa di Roma. Un’occasione per riannodare fili rimasti sospesi, riscoprire episodi poco noti e soprattutto provare a rispondere alla più difficile delle domande: chi può dirsi ancora oggi comunista?