Quando si parla chiaramente oscuro

Articolo di Gattonero

A margine dell’articolo di Ciano sugli intellettualoidi del Quarto Reich, sugli specialisti della non comprensibilità del loro blaterare, propongo un breve appunto, ritrovato nei ricordi del passato.

Si tratta dell’epilogo di un incontro tra una psicoterapeuta affermata ed un’amica che si era affidata alle sue cure per tentare di ricevere la soluzione di alcuni suoi problemi comportamentali.

L’ho trovata, la digressione, in sintonia con il testo di Martino.

Cielo, può essere che sia la mia ignoranza in materie ‘psico’ che mi spinge a ritenere questa “diagnosi” astrusamente strampalata. Conclusiva di un rapporto che, se nel corso delle sedute precedenti ha seguito lo stesso pentagramma, giustifica la prostrazione mentale che questa amica, basita più che all’inizio dei dialoghi chiarificatori, mi aveva trasmesso.

Il famigerato politichese è un parlare neolinguale creato apposta per non essere inteso, ma se anche chi dovrebbe illuminare, aprire le menti, rasserenare gli animi, si esprime in un modo così chiaramente oscuro… fermate il mondo, voglio scendere!

Questo il testo, che sia di conforto a chi riuscisse ad assimilarlo:

“Trovo che questo “difficile intendimento” possa essere produttivo per più ordini di motivi; per prima cosa perché può aver messo in luce un meccanismo che in lei scatta in automatico appena ha sentore di “somiglianza a”, il che la renderebbe maggiormente capace di discriminare ciò che appartiene alle sue relazioni reali rispetto a quelli che invece sono modi di rispondere inconsapevoli alle relazioni primarie su cui si è formata la nostra personalità. Una cosa che, molto semplificata, suonerebbe come: B mi ricorda A, A era così e cosà e si comportava così e cosà, quindi B è così e cosà e si comporta e si comporterà così e cosà. Secondariamente può sperimentare che è possibile affermare sé stessi in opposizione ai desiderata altrui.”

Può essere, anzi lo è sicuramente, che, tra loro, i luminari psicotutto dialoghino in questi termini, anzi questo loro eloquiare perfino a Lapalisse buonanima apparirebbe di una chiarezza abbagliante.

Ma a un cliente (o paziente, o avventore, o altro che dir si voglia) più che abbagliante sembra allucinante.

A un ignorante (senza personale falsa modestia), l’inversione dei due addendi A-B in B-A, senza mutare il resto del percorso è già sufficiente per mandarlo in paranoia; figuriamoci il tutto.

Nulla toglie, peraltro, che grazie alla citata ignoranza possa essere lui a non riuscire a leggere il messaggio. Se dovesse essere confermata questa ipotesi, potrà solo cercare un guscio di tartaruga Caretta Caretta e infilarcisi sotto, in attesa che arrivi il diluvio.

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