Postumanesimo. Žižek e la morte dell’individualità

Postumanesimo. Žižek e la morte dell’individualità

Recensione di Martino Ciano

Due cervelli che comunicano tra di loro direttamente; l’individualità che viene spazzata via in favore della Singolarità, ossia la Coscienza globale; i nostri intimi pensieri subito condivisi in un’esperienza totalizzante a cui tutti possono accedere. Ecco l’Apocalisse, ovvero l’ultimo svelamento prima di entrare nuovamente nell’Eden.

Nel suo Hegel e il cervello postumano, Slavoj Žižek dipinge un fenomeno che si sta mostrando con rapidità. Il ritorno all’Eden passa attraverso la perdita della coscienza, intesa come riacquisizione di quello stadio di innocenza e inconsapevolezza prima della caduta, quando l’uomo non sapeva di esser nudo e non conosceva la differenza tra il bene e il male. Attraverso le icone pop della nostra epoca, il filosofo slovacco ci fa notare come ancora una volta la fantascienza abbia anticipato i tempi, sebbene non sia oro tutto ciò che luccica… anzi.

Se la storia dell’emancipazione è il frutto di un cammino in cui vengono risolte costantemente delle contraddizioni di grado crescente, allora il passaggio alla Singolarità non sarà la fine della Storia, ma l’inizio di un’altra serie di contraddizioni, in quanto nessuna macchina è in grado di inglobare la coscienza, così come nessun uomo può fare a meno della propria individualità.

Il ritorno all’Uno è sicuramente ciò a cui auspica la nostra specie fin dagli albori, come se l’umanità fosse perseguitata dallo spaesamento generato dalla Cacciata dal Paradiso Terrestre. E in tutto ciò risuonano le parole di Hegel, Marx, Fichte, Kant, Lacan, che nelle loro ricerche, nelle loro lunghe peregrinazioni del pensiero, hanno disvelato la contraddizione, la negazione, l’aporia insita nella logica.

Noi sappiamo di essere ormai connessi a un Grande Altro, in cui mischiamo noi stessi, condividendo esperienze ed emozioni; ne siamo risucchiati, ne siamo travolti. Ma nell’epoca del libero accesso alla rete, sacrifichiamo l’individualità, diventiamo un patrimonio comune che può essere mosso a piacimento. La post-umanità è quindi un terzo polo, in cui virtuale e reale si legano; un po’ come il nostro inconscio ci muove manifestandosi nella coscienza. Ma sappiamo leggere i simboli che prima acquisiamo e che poi riproduciamo dopo averli rielaborati nella nostra soggettività?

È un viaggio affascinante quello di Žižek che si abbandona a diverse interpretazioni, che ci mostra la nostra epoca, che ha un potere trascendentale. La Tecnica e gli Dei, la religiosità e l’algoritmo, come si uniscono queste cose nel mondo della Rete che tutto assorbe? Ogni società ha il suo Paradiso perduto, forse la Storia non è altro che il faticoso ritorno a quei cancelli che ci sono stati sbattuti in faccia.

Ma c’è un aspetto molto importante che questo libro lascia intendere, il potere della filosofia come elemento costitutivo di ogni materia, di ogni progetto, di ogni azione globale. La Tecnica è Filosofia laddove chi la Governa, chi la pone al di sopra d’ogni cosa, concretizza la teoria. Perciò questo libro è per tutti, perché siamo già entrati a far parte di un nuovo mondo senza averlo realmente scelto. Ignorare il passaggio verso la Singolarità, vuol dire farsi trovare impreparati all’Apocalisse.

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