Alrght Compa’. Rino Garro e il senso del viaggio e del ritorno

Alrght Compa’. Rino Garro e il senso del viaggio e del ritorno

Recensione di Luca Cuzzucrea. In copertina: “Alright compa’” di Rino Garro, Rubbettino Editore, 2022

Sarebbe riduttivo definire, con una formula un po’ abusata, “Alright compa’” di Rino Garro il racconto di un giovane insegnante precario “in fuga da se stesso.” È piuttosto il racconto di un viaggio di ritorno, o a ritroso, che ha una sua laica sacralità. Esso infatti si compie nel tempo e la meta è il suo senso. Il protagonista, passando attraverso il deserto ostile dei suoi pensieri e la minaccia mortale di una alterità assoluta e irriducibile (da cui la noia e il ricorrente senso di nausea e bruciore di stomaco) decide di tornare a Manchester dall’amico Mario.

Costui, calabrese come il protagonista, è il proprietario di un ristorante presso cui in passato ha lavorato come lavapiatti per pagarsi gli studi. Tornato a Manchester la storia prosegue tra ricordi, allegre bevute, amori e nuove amicizie che preludono a un possibile, ma per nulla scontato inizio di una nuova vita, quasi una palingenesi, fino all’inatteso – davvero straordinario per lirismo e intensità emotiva – finale.

Quanto alla scrittura, nella sobria e leggera tessitura del racconto di Garro i personaggi sono presentati in maniera vivida e realistica, attraverso segni ed emblemi del loro carattere, parole ripetute come un mantra (come quelle che danno il titolo al racconto), silenzi gravidi di dolore e riserbo, ma pure dettagli del vestiario (“il nero dei suoi vestiti concede fili di elegante fierezza”) e tratti somatici colti con perspicacia.

Di più: con la sua riduzione a un gesto fisico della più immateriale delle attività umane, il pensiero, la scrittura di Garro diventa capace di restituire la concretezza di figure, quadri di vita e dialoghi abbozzati che restano impressi, vorrei dire appiccicati a lungo nella memoria del lettore, perché hanno l’evidenza e la forza delle cose reali. Sfuggenti ma vere. Come il viaggio del protagonista. Come la vita.

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