Un rossetto e un taccuino. Francesca Romana Rotella e la riscoperta del quotidiano

Un rossetto e un taccuino. Francesca Romana Rotella e la riscoperta del quotidiano

Recensione di Martino Ciano. In copertina: “Un rossetto e un taccuino” di Francesca Romana Rotella, Ensemble, 2023

“Un rossetto e un taccuino” è il racconto di ciò che le donne non dicono ai loro partner e a loro stesse; è una parafrasi sui misteri che l’amore si porta dietro e ciò comprende anche l’amore verso le cose, la vita, la quotidianità e quello che è andato perduto.

Francesca Romana Rotella sorride di sé, in alcuni casi si compiace anche, forse per quel coraggio di dire con leggerezza, attraverso versi talvolta in rima, di quell’oscuro andamento delle emozioni.

Ecco il dialogo incessante che il cuore intrattiene con il cervello, sovvertendo i sensi e le sensazioni, mandando in confusione la percezione. Forse l’amore si prende gioco di noi? Ci chiede pure questo l’autrice, traendo forza dalla riscoperta dell’eros.

Così chiaro/liscio/turgido/ti ergi davanti a me/magnifico monumento alla vita/per vincere le mie segrete più profonde./Feroce/bestia impazzita/non trovi pace/che nella piccola morte/dal caldo liquore.

Ogni componimento è arioso, anche quando evoca immagini più malinconiche. Con parole semplici si racconta il sentimento più difficile da trattare, proprio perché abusato e usato come frivolo appiglio a cui attribuire troppe responsabilità. Amare invece è scegliere consapevolmente qualcosa di irrazionale. In amore, infatti nessuno sa cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. 

Così il rossetto diventa inchiostro passionale con cui imbrattare un taccuino che altrimenti sarebbe rimasto bianco. Ma la sfida è proprio questa: lasciare traccia di quel flusso di emozioni che si scatena in noi, senza dimenticare che forse ciò da cui siamo attratti è solo un’illusione, magari è una veloce risposta a necessità ben più profonde, se non vitali.

Dopotutto, sentimenti ed emozioni sono qualcosa di cui facciamo esperienza ma di cui non riusciremo mai a capire il “perché. Infatti, la domanda più stupida che possiamo porre a ciò che fa parte dell’esistenza di tutti, tra cui l’amore, è proprio la seguente: “cosa sei?”.

Guardami!/Sono qui, tutta d’oro/ma senza braccia,/indosso una veste/sembro una pagliaccia./Fredda sotto la luna/calda sotto il sole/calva come la cantatrice/instancabile spettatrice./Sotto la mia gonna offro riparo/è il fortino del bambino/è il buio nascondiglio/è l’inizio d’ogni luogo/che dall’amante crea il figlio.

Le poesie di Rotella sono leggere visioni di uno stato d’animo che ci cattura e ci stupisce. Davanti allo stupore del bene e del male, che di colpo rende il mondo intorno a noi “un luogo a nostra misura”, Rotella ci dona lo spettacolo della semplicità, di qualcosa che si può vivere solo affidandosi. Infatti, lei non dice che l’amore sia bello o brutto, utile o inutile, semplicemente chiede ai suoi lettori se hanno una risposta.

Post correlati