Francesco Biamonti. Omaggio a uno scrittore dimenticato

Francesco Biamonti. Omaggio a uno scrittore dimenticato

Articolo di Nicola Vacca. Foto dal web

Francesco Biamonti è stato un grande artigiano della penna con un impellente bisogno di raccontare sempre il mare. Uno dei più importanti scrittori del secondo Novecento su cui è caduto l’oblio.

Un narratore completamente dimenticato, e non capisco il perché. Dalla sua Liguria ha raccontato l’esistenza attraverso il suo amato mare. Romanziere perfetto con un’attenzione maniacale per il testo, tutti i suoi libri sono un esempio di scrittura assoluta e intensa.

Elaborato, cesellato e meditato, questo è il suo stile che influenza la lettura, sempre densa di emozioni e poesia.

L’Angelo di Avrigue, Vento largo, Attesa sul mare sono i primi tre romanzi che riscuotono interesse anche presso la critica. Fondamentale fu l’apprezzamento di Italo Calvino.

Nei suoi romanzi ci sono sempre la Liguria e il mare. Biamonti è uno scrittore dalla rara intensità poetica, la sua prosa cattura il lettore e lo conduce in un intenso labirinto di emozioni.

Il suo modo di scrivere romanzi è poesia pura e lui è stato sicuramente un irregolare nel panorama delle letteratura italiana.

In una conversazione con Laura Guglielmi, Biamonti, parlando del suo spazio fisico, dice che uno scrittore si trova bene dappertutto e male dappertutto. Nessun posto è casa sua. Casa sua è sempre altrove.

Quell’altrove per Francesco Biamonti è il mare che si rivela attraverso il suo paesaggio interiore.

«I paesi mediterranei si sono sempre buttati sul mare. Il mare e il cielo hanno un’equivalenza: il mare può essere percorso e c’è tutta la poetica del viaggio, un viaggio che ha i caratteri della verticalità e dell’orizzontalità.

Mi sembra abbastanza naturale proiettare i personaggi sul mare, anche per guardare la terra da una certa distanza. Facendo un esame di coscienza in altomare si vede ciò che della terra rimane, quali sono i segnali che arrivano.

È tutto un po’ arbitrario quando si scrive, però… nell’altomare c’è una purificazione dei ricordi. I ricordi sono una specie di aria algida che arriva dalla terra e che porta ciò che è essenziale.

Prima delle macerie il mare permette di vedere ciò che è essenziale, ciò che permane nella distanza. Permette la realizzazione dell’uomo come l’essere delle lontananze».

In queste parole c’è tutto il mondo di Francesco Biamonti. Uno scrittore di confine che ha sempre sconfinato in un altrove; nei suoi romanzi ambientati nell’estremo ponente ligure ha trovato una dimensione da concepire come un reale spazio fisico, in cui la memoria diventa poesia e l’uomo è sempre un essere delle lontananze che cerca un immaginario filo dell’orizzonte.

Dovremmo riscoprire le tracce di Francesco Biamonti, la sua scrittura è poesia pura, evocazione di un paesaggio interiore in cui il mare brilla sempre e non smette di regalarci prospettive di autentica verità in cui alberga una bellezza ricca di silenzio e meditazione.

Francesco Biamonti non è solo uno scrittore da leggere, è soprattutto uno scrittore da navigare; le sue rotte affascinanti trasudano poesia e un eccesso di luce che è vera letteratura.

Post correlati