Bussò al petto un Trovatore

Bussò al petto un Trovatore

Articolo di Martino Ciano. In copertina una foto di Michele Ligustri

Dissi a un Trovatore che gli uomini si nascondono dietro alle parole, ché esse amano confondere, ma con chiarezza ordiscono inganni. Forse si preferisce mostrare ingenuità, accontentarsi del loro suono, altrimenti bisognerebbe concedersi solo al silenzio. Il silenzio però non perdona e non ammette ignoranza; sa giudicare, ma poche volte concilia.

Il Trovatore resta invece in silenzio, nell’egoismo del suo aver compreso tutto. Userà questa esperienza quando l’ispirazione gli imporrà di parlare. Intanto, il silenzio è suo amico, ché con il silenzio si cattura l’attenzione e si incute terrore in colui che attende una risposta.

Ora sono io il Trovatore. Sorridente mi sono seduto su un muretto di cemento armato a picco sul mare, proprio quel muretto del Lungomare che si è preso in faccia le onde incazzate e le pisciate dei villani. Il mio sguardo rivolto al cielo, in cerca di una poesia che mi dia ragione, conforto, la certezza di aver capito come mai si gira in tondo, tra mattina e sera, tra anime e corpi che si disprezzano eppur si tollerano.

Si miete il grano, si pianta il grano, così si vive senza capire perché. Così lessi un giorno tra versi stampati su un libro di una collana Economica messa in commercio tanto tempo fa. Con questi libri dalle pagine di carta riciclata accompagnai per anni l’attesa del pullman che mi avrebbe portato a scuola, per imparare l’economia che mi avrebbe reso ragioniere. Ma trovai ragione in altro modo…

mi sono fidato delle parole, a volte mi hanno tradito. Ingenuamente mi sono accontentato di cose sibilline e di oscure sensazioni, poi ho trovato e anche provato a mettere insieme qualcosa, si sono composti i miei pensieri e decomposti i miei intenti malsani, ché a una sana autodistruzione cerebrale ho sempre rivolto le mie speranze…

c’è un sogno per ogni delusione e un desiderio per ogni avvenire. Così mi ha salutato il Trovatore. Lui mi ha ispirato un canto sgraziato. Ho berciato contro il cielo, contro me stesso, contro…

 

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