Teresita mio amor. Marco Dalissimo e l’amore idealizzato

Teresita mio amor. Marco Dalissimo e l’amore idealizzato

Recensione di Martino Ciano. In copertina: “Teresita mio amor” di Marco Dalissimo, Altromondo editore, 2022

Un amore che sembra impossibile, perché segnato dalla differenza di età. Un diciannovenne e una trentenne, due persone che vivono ai margini; un erotismo che muove il cielo e le stelle, che unisce e allontana. Ecco “Teresita mio amor” di Marco Dalissimo, romanzo che penetra con irruenza nel delicato mondo dei sentimenti.

Lei badante di origini brasiliane; lui nullafacente, che poco conosce dell’amore, mentre la vita lo ha già gettato nella ricerca di un affetto durevole. Raccontato con un linguaggio crudo, privo di ogni sfumatura aulica, questa storia si intreccia tra le borgate romane, in quell’ambiente in cui ancora l’esistenza si manifesta con durezza.

L’amore, forse, rappresenta l’unico edulcorante? La sua manifestazione e il suo propagarsi riescono a colmare quel vuoto di sentimenti che la quotidianità impone a chi risiede in alcuni ambienti. Se poi guardiamo tutto da un punto di vista puramente sociologico o antropologico, allora capiamo che la lotta per un mondo utopico, non ancora regolato del tutto da stereotipi contemporanei, è qui ancora portata avanti.

Marietto è un romantico, in quanto irrequieto e guidato dalla tempesta innescata dai sentimenti; è un idealista, in quanto i suoi pensieri lo confinano nel suo personalissimo mondo, nel quale ciò che vuole è possibile, cioè realizzabile. Il suo pessimismo sfocia nel momento in cui la realtà lo sveglia e lo agita. Sono i momenti in cui partecipa alle scorribande organizzate dai suoi amici. Anche loro sono però “uomini caduti in disgrazia”, cresciuti in un luogo che non è malfamato, ma che prova a rinchiuderli in sé stesso.

La borgata è resistenza? Sì, ma non di valori universali, bensì della propria identità costantemente minacciata. È l’atavica lotta tra vita e sogno, tra totale abbandono alle tendenze spersonalizzanti contemporanee, di cui Pasolini e tanti altri dopo hanno parlato, e inconscia necessità di attestare la propria unicità. Marietto è una persona che crede in un mondo possibile, migliore, nonostante intorno a lui si agiti la lotta per la sopravvivenza. Teresita è il punto di arrivo del suo sogno.

Il suo amore dichiarato sfacciatamente è una sincera manifestazione di un istinto poetico che, come è giusto che sia data la sua età, è anche carne e fisicità. Ed è per questo motivo che Teresita non può che essere il “suo amore”, perché per lui, lei è il motore che costruisce e traina il mondo ideale da opporre a quello reale. Lei è arma di difesa e di attacco, pietra da scagliare o sulla quale costruire.

Si salva così un adolescente che fin da bambino ha dovuto confrontarsi con le difficoltà? La risposta la troverete nel libro.

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