“Figlio, fratello, marito, amico”. Roberto Saporito e il peso della libertà
Recensione di Martino Ciano. In copertina: “Figlio, fratello, marito, amico” di Roberto Saporito, Edizioni Qed, 2024
C’è uno stretto rapporto tra solitudine e libertà. Fare tutto ciò che si vuole o poter prendere qualsiasi decisione perché non si hanno più vincoli e legami, pone in una condizione “tragica”, perché più tutto dipende dalle nostre volontà o scelte, più aumenta il grado di angoscia che ogni evento porta con sé.
La libertà assoluta, infatti, è una delle condizioni più difficili da gestire; sembra paradossale, perché in tanti sognano o auspicano di trovarsi in una situazione del genere, soprattutto il protagonista di questo libro, che addirittura, dopo la morte del padre, avvenuta in seguito a quelle della moglie e della sua unica sorella, scopre di essere erede universale di un immenso patrimonio; in parole povere: si ritrova ricco sfondato. Una posizione da sogno per quest’uomo che non ha mai avuto voglia di lavorare. Ma poi, qualcosa scatta.
“Figlio, fratello, marito, amico” è l’ultimo romanzo di Roberto Saporito, ma è anche il libro di esordio della casa editrice calabrese “Qed”, fondata a inizio 2024 da Pina Labanca, ex direttrice editoriale di A&B Editrice. Lo scrittore piemontese crea una fiction suggestiva, raccontata sempre con quello stile minimalista, che ha fatto la fortuna della letteratura americana Pulp. A cavallo tra Bateman, protagonista di American Psycho di Ellis, e Durden, personaggio leggendario del romanzo Fight Club di Palahniuk, Saporito dà vita a un uomo manovrato dalla noia, dalla violenza, dal dolore e da uno sdoppiamento di personalità.
Con azioni lucide, descritte con una precisione maniacale, quasi a voler sottolineare la reificazione e l’alienazione dell’individuo, quest’uomo cade nel vortice di una disperazione ragionata, in cui è lampante il conflitto tra “vivere e morire”, tra “essere o non essere”. Ricco, solo, indipendente, libero da ogni legame. Prima infatti egli era stato marito, figlio e fratello; ora nulla più. Ci ha pensato il destino a donargli tanto il dolore per le cose perse, quanto la gioia di poter ripartire da zero.
Fortuna o sfortuna? Non è necessario rispondere, perché il romanzo svela tutto e dona al lettore diversi spunti interpretativi. Siamo certamente di fronte a un’opera che sfrutta la fiction, la pura narrazione, per mostrare una condizione tipicamente dei nostri giorni. La letteratura di Saporito, infatti, assolve perfettamente a quella ricerca di immediatezza che oggi è indispensabile, a parere di molti lettori; tra queste pagine, anche la confusione del protagonista, che appare invece convinto delle proprie azioni, è esposta chiaramente.
Insomma, siamo davanti a un romanzo che deflagra pagina dopo pagina, ed è proprio tra le schegge che bisogna ritrovare quelle riflessioni che rendono quest’opera un compendio sull’illusione della libertà.