“Piove tra i rintocchi della sera”. Tre poesie di Dario Stanca

Poesie di Dario Stanca. Foto di Martino Ciano
S’innamora del piovasco
Il giorno fatto sera,
e mi divora, fuggiasco,
il ricordo. Tutto quel che era.
Segno resta la tua immagine.
E mulinella nell’aria, non si ferma.
É più vera di questa pioggia
che mi accarezza leggera.
***
Lascio la sera ai suoi rintocchi
alle sparse campane dei santi.
Già sprofonda sulle scavate
coste di licheni,
sulle felci affusolate.
Luci oscillano
in lontananza,
di bastimenti, o appesantiti
ormeggi di paranza,
e hanno bestemmie
nelle mani i marinai
e anni scoloriti al sole.
Negli occhi
ferite a grumi
che fanno male
non le cura, salmastro,
il vento di grecale.
***
Salvami madre
con le tue parole antiche.
Le ore come spine
trafiggono il labbro
nell’umido vespero.
Morire non è dimenticare.
Qui la tramontana
morde sul collo
e i giorni scendono
come mannaie
nell’inverno che avanza.
Ma il capelvenere
che hai lasciato, dura
ancora, sai, nella tua stanza.