Da te, tra i papaveri
Racconto e foto di Wanda Lamonica
Ti ho lasciato dei papaveri sulla porta. Forse dormivi. Forse non c’eri. Forse non ho nemmeno bussato. Forse non volevo nemmeno venire. Li ho raccolti in un campo, poco fa. Mentre camminavo a braccetto col pensiero di te e arrossivo come una stupida, immaginandoti forte forte. Non era mia intenzione arrivare fin lì. Ma a volte, sai, cominci a passeggiare e le gambe complottano col cuore, portandoti anche là, dove non vorresti mai.
Avrei potuto lasciarti tre biscotti al cioccolato. O la piuma bianca dei nostri primi sette giorni insieme, la monetina che il gelataio ci diede di resto la sera del nostro primo bacio. Tu sapevi di pistacchio. Ho sempre odiato il pistacchio, ma sulle tue labbra no. Avrei potuto lasciarti il mio elastico per capelli, le ginevrine di zucchero che porto sempre in borsa per quando mi gira la testa (per quando non me la fai girare tu, ma la pressione bassa).
Avrei potuto lasciarti un biglietto con la mia iniziale, le due conchiglie rotte che mi hai regalato a giugno, dicendomi che “ Il mare, le conchiglie, le abbraccia tutte, anche quelle che qualcuno ha spezzato a metà ”. Insomma, avrei potuto lasciarti qualcos’altro di me. Tanto altro di me. Ma ti lascio solo i papaveri. Perché in mezzo a quel campo anonimo facevano fuoco, labbra innamorate e fragole. Perché sono rossi ma mai sfacciati. Sono preziosi e non lo sanno.
E perché, se non ti sbrighi ad aprire quella porta, io lo so che presto appassiranno.