Monica Pezzella, Binari, TerraRossa edizioni
Recensione a cura di Martino Ciano – già pubblicata su Gli amanti dei libri
Sembra quasi che i protagonisti di questa storia sentano il bisogno di “espiarsi”, che il loro incontro sia uno “scontro” voluto e cercato in cui l’uno spera nella resa dell’altro.
Ma al fianco dell’architetto Marcel, amante della simmetria, e del rampante Ale, che cade nella trappola dell’amore, c’è una Voce che spia e riassume i loro momenti intimi. Lei li osserva entrambi da quel “cielo” che non giudica, ma che guarda e “benedice” ciò che si riflette in un sentimento che entrambi provano ad allontanare.
Il breve romanzo di Monica Pezzella è un racconto di anime che si spogliano della loro carnalità proprio attraverso amplessi rituali. Un’espiazione, per l’appunto, un liberarsi da ogni pregiudizio. Ma in mezzo a tutto questo c’è una contraddizione: quella voglia di “possesso assoluto”, cercando di conquistare il corpo dell’amante-avversario.
Marcel proverà con il denaro, Ale con l’amore. Eppure, questa continua aspirazione verso un’unione pura, fa i conti con la “quotidianità” e con i suoi problemi irrisolvibili. Primo fra tutti: voler essere spirito nonostante si abbia un corpo.
Lasciamoci quindi guidare da questa Voce che sta tra due uomini che cercano le loro anime proprio mentre si uniscono. Sono persone che viaggiano su due binari differenti, che a volte vanno in direzioni opposte. A qualche compromesso dovranno pur scendere, purché si trovi il tempo per pattuire una pacifica convivenza.
Ed è questo un altro aspetto del romanzo della Pezzella: il tempo.
Il tempo che non esiste al di là della carne, il tempo durante il quale si consuma un amplesso che è quasi un momento “sacro”, liturgico. Così, l’inizio potrebbe essere semplicemente la fine della storia e il passato un eterno presente, perché per la memoria tutto è un qui-ora.