Memorie Meridiane di Giovanni Corsi: uno squarcio sul Novecento

Memorie Meridiane di Giovanni Corsi: uno squarcio sul Novecento

Recensione di Clelia Moscariello. In copertina: “Memorie Meridiane” di Giovanni Corsi, autopubblicazione del gennaio 2024

Memorie Meridiane è una raccolta di racconti autobiografici, uscita come pubblicazione indipendente a gennaio del 2024, che rappresenta un excursus a tutto tondo, a ritroso, nella vita dell’autore.

La storia parte dalla prima infanzia del suo autore, vissuta sui monti abruzzesi, dipanandosi, poi, a grappolo, sia geograficamente che cronologicamente, mediante una successione di vicissitudini e aneddoti di forma diaristica, raccontati tramite un registro fruibile (e qualche volta anche fin troppo scanzonato), che alterna ed equilibra bilanciando (ai fini dell’economia della narrazione) le tipiche bravate giovanili agli oggettivi fatti storici, gli episodi teneri e nostalgici e quelli più amari, spiacevoli e dolorosi, giungendo anche a trarre riflessioni maggiormente consapevoli e, talvolta, un po’ più ciniche.

E vasto, d’altro canto, è, senza alcun’ombra di dubbio, il materiale umano a cui ha avuto la fortuna di poter attingere il bravo Giovanni Corsi, il quale, da ricercatore-tecnologo, ha lavorato presso l’Università di Roma La Sapienza; al Centro Europeo dell’Educazione; all’Invalsi e all’Università Roma Tre.
Giovanni è anche un autore di articoli e libri di argomento informatico e geografico ed è stato redattore in riviste scientifiche. Inoltre, è stato premiato dall’Accademia dei Lincei e dalla Società Italiana per il Progresso delle Scienze dal Nobel D. Bovet per la Didattica delle Scienze e Informatica.
Giovanni Corsi oggi cura il suo blog: Blog – Stralci: così è (se vi pare) – Resistenza al pensiero unico.

In ogni caso, tornando al testo di Memorie Meridiane, occorre osservare, in primis, che esso, per sua fortuna, possieda l’immaginabile e malinconico fascino dell’istantanea che ci propone. Mi riferisco a quel fascino indotto dal ricordo di un mondo lontano che ormai non esiste più, di un’epoca analogica ormai completamente tramontata, di cui però i suoi cimeli oggigiorno acquistano, proprio per la loro rarità, un inestimabile valore che aumenta via via col tempo.

Memorie Meridiane, in virtù del potere salvifico che sa avere l’attività della rimembranza, ma non solo grazie alla stessa, riesce a offrirci uno squarcio interessante quanto disinteressato, perché scevro da ogni prospettiva politica che possa essere altresì pseudo-faziosa, su quello che è stato il Novecento non solo italiano e su quello che esso ha rappresentato per noi tutti, ma soprattutto questo libro parla delle nostre radici e origini.

Allo stesso tempo, nel ripercorrere scenari in parte “già visti”, Memorie Meridiane ha in sé anche l’audacia non sottovalutabile del voler formulare proposte e promuovere alternative valide che possano avvicendarsi alle filosofie imperanti nel panorama attuale. Viene suggerito infatti, lungo l’iter dell’ultimo lavoro di Corsi, l’utilizzo di un Pensiero Meridiano, che si avvale a sua volta di un’ideologia che intende premiare la lentezza, la contemplazione e la relazione con il paesaggio naturale, in contrapposizione ovviamente, al nostro odierno globalismo dominante e per molti versi soffocante e opprimente.

Insomma, si tratta un’opera che consiglio senz’altro a chi voglia approfondire i fatti storici recenti ma anche a chi è semplicemente curioso di leggere una biografia.

Suggerisco, pertanto, Memorie Meridiane a un pubblico quanto mai eterogeneo per la sua godibilità, semplicità espressiva e, al tempo stesso, pure per l’intuitiva utilità dei suoi contenuti perché, a mio avviso, risulta encomiabile già il suo cosciente esercizio di memoria contestualizzato in un’era che tende a voler “dimenticare” e “rimuovere” ciò che non interessa nell’immediato.

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