Mammola. “Camminando s’apre cammino”. Tra Arturo Paoli e Tonino Bello Eremo San Nicodemo
Articolo e foto di Angelo Maddalena
Comincia in sordina con pochissimi partecipanti, anche perché negli stessi giorni c’era la Sagra del fungo a Mammola, però poi senza calcolarlo, come un compimento o un suggello o meglio ancora un riscatto, sono stati i camminatori dell’Aspromonte ad aver animato il grande prato davanti all’Eremo di San Nicodemo. Lo hanno fatto in uno stile spontaneo, non del tutto programmato, in linea con il titolo della festa dei libri nei sentieri: Camminando s’apre cammino.
Per spiegare il senso di queste giornate ci siamo fatti guidare da Arturo Paoli e don Tonino Bello, e ci siamo ritrovati all’Eremo di San Nicodemo di Mammola. Massimiliano Filippelli, laureando in teologia a Firenze, con una tesi su Arturo Paoli, non ha potuto essere presente, ma ha mandato un testo con una testimonianza di fratel Arturo Paoli, deceduto a 102 anni pochi anni fa, a Lucca, dove era tornato a vivere dal 2006, dopo vari decenni trascorsi in Brasile e Venezuela, come piccolo fratello di Charles de Foucauld.
Filippelli, abitando a Pistoia, ha avuto modo di incontrarlo più volte. “Ciò che mi colpiva in Arturo”, afferma Massimiliano, “era il suo essere ‘abbordabile’, come diceva un altro grande testimone e amico, Carlo Carretto, il suo mettersi nelle mani dell’altro senza prevenzioni, quasi ingenuamente e al contempo la sua docilità alla forza dello ‘Spirito’ dove soffiava”.
Nel libro Liberare le relazioni umane, camminando s’apre cammino, Arturo Paoli scrive: “Cerco l’altro perché l’altro mi aiuta a liberarmi”. Inizia con l’Inno allo scrivere di Vincenzo Filardo, scrittore di Reggio Calabria, questa festa dei libri nei sentieri, che si è svolta dal 27 al 29 ottobre. E poi con la lettura della prima pagina di Il futuro ha un cuore di tenda, di Ermes Ronchi: “Perché leggere un libro? Oggi abbiamo tante possibilità alternative per conoscere, tenerci informati, seguire avvenimenti, capire fenomeni (…) Ma la lettura di un libro, di un buon libro, può invece costituire un prezioso strumento, perché costringe a fermarci, a darci il tempo necessario perché corpo, mente e spirito si ritrovino, al di là di ogni dispersione e frettoloso consumo di cose”.
Le preghiere della sera e del mattino sono scandite dalla lettura di uno dei Salmi riscritti da David Maria Turoldo, e una canzone di un salmo musicato. La canzone Camminando s’apre cammino che avevo scritto quasi due anni fa, l’ho cantata in questi giorni per la prima volta in pubblico. L’ho cantata già nel pomeriggio del venerdì 27, che ha visto la presenza e la testimonianza di Michela Franco e di Stefano del progetto Viviamo Cinquefrondi della Mediateca comunale Pasquale Creazzo.
Una strofa della canzone dice: “E nella lotta si trova pace/ed il conflitto che mai si tace”, che richiama un capitolo dal titolo La pace come cammino, e per giunta in salita, tratto dal libro Alla finestra la speranza di don Tonino Bello, che abbiamo letto più volte durante questi tre giorni. La mattina del 28 abbiamo passeggiato nel sentiero dei Greci che è anche conosciuta come strada della Seia, quella che percorrono i pellegrini che vengono a piedi da Mammola, ogni venerdì da metà luglio al 3 settembre, festa di San Nicodemo.
Abbiamo raggiunto la cappelletta di San Nicodemo risalendo la strada fatta di scalini di pietra sul crinale del bosco. Nel pomeriggio Giacomo Anselmo ha raccontato alcuni passaggi della sua tesi di laurea dal titolo Camminare come forma di esplorazione urbana; dall’erranza alla deriva, discussa pochi anni fa alla facoltà di scienze politiche di Messina. Giacomo ha spiegato, tra le altre cose, il filo che lega il pellegrinaggio alle marce di contestazione, facendo notare che molti pellegrini del medioevo poi diventarono crociati. E anche la funzione riparatrice ed espiatoria del pellegrinaggio.
Ha spiegato che un cammino in salita è una forma di ascesa spirituale, infatti il simbolo del Purgatorio nella Divina commedia è una montagna. Poi ha parlato del cammino come forma di protesta nell’esperienza di Gandhi e Martin Luther King, e dell’esperienza di Mildred Lisette Norman, una donna che nel 1953 iniziò a camminare ininterrottamente per anni e anni dal Messico al Canada per protestare contro la guerra degli Stati Uniti contro la Cambogia. Nella serata del 28 è stato proiettato il docu-corto Mi sembra di viaggiare con te, manuale del cantastorie moderno, del regista Gabriele Perni.
La mattina del 29, per chiudere in bellezza, come da programma, il prato antistante all’eremo è stato “invaso” dai camminatori del gruppo Gente in Aspromonte e da altri escursionisti arrivati fuori programma, e anche da visitatori del Santuario che regolarmente arrivano a salutare San Nicodemo, soprattutto nei giorni di sabato e domenica. Prima del pranzo, ho intrattenuto per pochi minuti i presenti con una lettura del Salmo del giorno preso dal libro dei Salmi riscritti da padre David Maria Turoldo, con un accenno ad Arturo
Paoli e a don Tonino Bello, concludendo con la canzone Camminando s’apre cammino, che in una strofa li nomina: “Arturo Paoli, Carlo Carretto, Tonino Bello/, e poi Turoldo, e Zanotelli e anche Maria/, madre Maria, cammino lento e poi un canto e una preghiera”. Maria Di Gregorio è mia madre, deceduta nel 2020, il 21 marzo, in un ospedale siciliano, alla quale ho dedicato la canzone Madre di preghiera, registrata nel cd Santa Maria del cammino (2020, autoproduzioni Malanotte).
Tra i libri esposti in questi giorni c’era anche il suo, Una stagione a Lourdes, diario di una pellegrina operaia e i due libricini Pregare è semplice?, con la foto di lei in copertina, e Maria Di Gregorio, ricordi e considerazioni sempre attuali, pubblicato nel secondo anniversario della sua morte e ristampato per questa festa del libro all’Eremo.
Con le letture e i riferimenti alla “visioni di pace” (uno dei titoli di un libro di don Tonino Bello presente alla libreria dell’Eremo), ci siamo connessi con la supplica per la pace che il 28 si è tenuta all’Eremo dell’Unità di Santa Maria di Montserrat a Gerace, di cui ho ricevuto la notizia da suor Mirella Muià, eremita di rito bizantino che abita all’Eremo dell’Unità. Di lei alla libreria dell’Eremo sono disponibili tre titoli: La porta aperta dell’orizzonte, uscito circa un anno fa per la casa editrice Bit culturali e i due monologhi teatrali in versi: Empedocle e Chi potrà sradicarmi?, entrambi editi da Lyriks edizioni.