Autogrill di Alessandra Gondolo

Autogrill di Alessandra Gondolo

Recensione di Martino Ciano. In copertina: “Autogrill” di Alessandra Gondolo, 8ttoedizioni, 2025

Miche e Jenny, due ragazze che la pensano in maniera diametralmente opposta, ma che proprio per questo motivo andranno d’accordo, lavoreranno insieme e riusciranno anche a dar vita al loro autogrill.

Ma cos’è un autogrill?

Un luogo di passaggio, di ristoro, in cui si incrociano persone con storie diverse, nel quale possono avvenire fugaci incontri da cui nascono riflessioni, confronti, rievocazioni che non si consumano nell’arco di una sosta, ma che prendono consistenza tra gli spazi lasciati vuoti dal ritmo frenetico quotidiano.

Ma c’è anche un altro aspetto che rende questo posto particolare, il fatto che esso appaia come un’oasi nella quale è sempre bello tornare. Logicamente, il romanzo di Alessandra Gondolo usa tutto come metafora di un concetto molto più complesso, ossia la necessità di ritrovarsi e di delinearsi con chiarezza.

Jenny e Miche sono caratteri forti, l’una nella sua esuberanza, l’altra nel suo silenzio. Nei loro lunghi sospiri leggeremo fame di vita, soprattutto in Miche, vera protagonista delle vicende di “Autogrill”. Ha un passato difficile e tormentato, governato dalla presenza di Giacomo, uomo che ha scelto la rabbia e la violenza per vivere in società.

Una notizia letta sul giornale riaprirà in Miche una porta dietro cui sono stati repressi tanti, troppi, ricordi di fronte ai quali reagirà anteponendo al resto il suo istinto da crocerossina. Un turbinio di emozioni la spingerà a salvare sia lui che lei, con tutti i rischi del caso.

Storia di formazione e deformazione

“Autogrill” è un romanzo denso, ricco di dettagli, costruito con l’intento di farti immergere tra i personaggi, tra le loro vite e i loro pensieri, senza mai calare di ritmo. La storia macina il passato e il presente, mischia le emozioni, genera ricercati errori di valutazione che vengono smentiti da accurati colpi di scena. Per quanto Miche appaia imperturbabile, piatta, quasi una “dama addormentata”, ella è il frutto di una sofferenza maturata troppo e che il destino le farà “raccogliere”.

Dal lato opposto c’è Jenny, la cui spensieratezza è solo la risposta a una necessità di linearità; un bisogno che prevale in entrambe ma che viene ricercato seguendo direzioni diverse. Sembra quasi che le due ragazze siano la perfetta metà dell’una e dell’altra. Proprio attraverso questo gioco, Alessandra Gondolo rende “Autogrill” un romanzo di formazione nel vero senso della parola, perché ogni pagina segna una graduale evoluzione.

“Autogrill” è un’opera che merita attenzione, che colpisce per il suo stile capace di gettare il lettore in un mondo in movimento, in cui il ritmo frenetico ma anche ripetitivo della quotidianità, coincide con l’ossessività dei pensieri e dei gesti di Jenny e Miche. Tutto ciò crea il continuo disvelamento delle forme e delle loro essenze, elementi che all’interno di questo romanzo non sono mai come ce li immaginiamo.

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