Alla scoperta di Tamara Deroma

Articolo di Clelia Moscariello
Si chiama Tamara Deroma ed è una scrittrice e una ghost writer. Tra le sue pubblicazioni si ricordano nel 2012 il racconto horror/gotico “Fratelli di sangue”, che verrà poi inserito all’interno di un’antologia a tema vampiri. “La Regina della notte di Natale” esce nel 2015, trattasi di un altro racconto horror/gotico che vince un concorso letterario ed è pubblicato in un’altra antologia. Nel 2020 esce, inoltre, il racconto, “Il Capolavoro”, che è inserito in un’antologia a tema horror “I Vicini di casa”. Del 2021 è invece il racconto weird “Muco di fata”. A gennaio 2022 è la volta di “Crisalide”, sesto volume della saga “I 7 Demoni Reggenti”. Poco dopo è la volta del racconto a tema zombi, “Anno Z”. Ad agosto 2022 viene alla luce, infine, il suo ultimo romanzo horror metropolitano intitolato “Shadows”, primo volume della saga “Le cronache degli Aashdrak’eer”. Non ci resta a questo punto che conoscere meglio nell’intervista seguente questa autrice poliedrica e molto molto produttiva della narrativa horror/gotica.
Parlaci di te, di chi sei e di cosa ami fare, insomma, presentati ai nostri lettori…
«Mi chiamo Tamara Deroma e sono una scrittrice, editor e ghostwriter. Nel 2009 ho pubblicato “I 7 Demoni Reggenti”, primo volume dell’omonima saga horror/urban fantasy. Successivamente sono usciti, oltre ad alcuni racconti, i seguiti, “Il Portale Oscuro”, “Il Salvatore”, “L’Alba dell’Apocalisse”, “Essenth” e “Crisalide”, pubblicato nel 2022 insieme a “Shadows”, primo volume della saga “Le cronache degli Aashdrak’eer”».
Oltre che scrittrice sei anche una ghost writer. Quale attività senti più affine a te o quale ti rispecchia di più?
«In primis, sono una scrittrice. È la professione a cui tengo di più, quella che mi rappresenta al 100 percento. Quando scrivo i miei romanzi mi sento viva per davvero. È quello che voglio fare nella vita, raccontare le mie storie, presentare i miei personaggi al maggior numero di lettori possibile. L’altra carriera è più tecnica, ma mi dà comunque tanta soddisfazione. È bello lavorare come editor e ghostwriter per l’agenzia editoriale “Storie Infinite”. I miei titolari, Emanuela Valentini e Lorenzo Crescentini, sono persone eccezionali e lo sono anche gli autori che si affidano a noi. Mi ritengo fortunata di poter aiutare tante persone a realizzare i loro progetti. Sono sogni che diventano realtà».
Come nasce la tua passione per la scrittura?
«Mio padre mi ha trasmesso l’amore per la lettura. Grandi classici, fantascienza avventura, horror, fantasy, fumetti. Avevo l’imbarazzo della scelta. Autori come Emilio Salgari, Stephen King, Anne Rice, Terry Brooks, John Steakley hanno contribuito a modellare la mia “penna”. Alle elementari scrivevo brevi componimenti, alcuni brani e haiku. Dopo sono passata ai racconti e, in adolescenza, mi sono messa alla prova con il mio primo romanzo, un fantasy classico rimasto incompiuto. Ho scritto “I 7 Demoni Reggenti” nel tempo libero. L’ho lasciato e ripreso parecchie volte a causa del lavoro, degli impegni personali. Poi ho deciso di pubblicarlo, ho avuto un ottimo riscontro e da allora non mi sono più fermata»
Che evoluzione ha subito il tuo stile di scrittrice e come è cambiata la tua prospettiva a partire dalla tua prima opera arrivando sino all’ultima?
«Il mio stile è cambiato, per fortuna. Non fraintendetemi, non odio le mie prime pubblicazioni, anzi, le rileggo con affetto, ma ogni scrittore deve migliorarsi con gli anni. Deve crescere, evolvere. Imparare dai grandi professionisti. Si studia sempre in questo lavoro. Si impara e ci si applica di continuo. È questo il bello. Chi resta fermo, resta indietro. Le mie prospettive sono cambiate di conseguenza. Pubblicare il primo romanzo è stata fonte di gioia infinita, ma ancora non sapevo quanti sacrifici ci fossero dietro questo mestiere. L’ho capito strada facendo. Bisogna sudare e spremersi parecchio per ottenere risultati e io non mi sono risparmiata. Ci credevo davvero, ci credo tuttora».
Quale è il tuo romanzo o la tua opera che racconta più di te o a cui sei più affezionata?
«Difficile dirlo. Sarebbe corretto rispondere la saga “I 7 Demoni Reggenti”, i sei romanzi finora editi. Hanno accompagnato la mia vita, la mia carriera. I protagonisti, i 7 Demoni Reggenti ai Peccati Capitali, sono vivi per me. Li conosco, li vedo, so alla perfezione cosa pensa ognuno di loro. Mi hanno affiancato in ogni passo, hanno acceso il mio entusiasmo, quello dei fans della saga. Hanno permesso ai miei sogni di decollare e mi hanno fatto comprendere quanto fondamentale sia, per me, scrivere.
Raccontaci di come hai trascorso la pandemia e il lock down degli scorsi anni. Quale idea hai partorito in quel contesto?
«Il mio ufficio è a casa, quindi non c’è stato quel cambiamento drastico che ha influito sugli altri. Non poter uscire, certo, è stata una limitazione anche per me. Ho elaborato l’angoscia e l’ansia per quello che accadeva intorno a me anche ideando nuovi soggetti. Alcuni li ho presentati nei racconti che sono usciti per le case editrici. Ho rivisto “La Regina della Notte di Natale”, scritto “Il capolavoro” per un’antologia. Dopo è stata la volta di “Muco di Fata” e “Anno Z”, il racconto che esprime più di ogni altro il concetto di pandemia e solitudine. Ma ho anche lavorato su “Crisalide” e “Shadows” usciti nel 2022, entrambi romanzi di cui vado molto fiera. Inoltre, ho gettato le basi per alcuni progetti che mi piacerebbe presentare prossimamente. Speriamo di poterlo fare».
Come definiresti la funzione della scrittura nella tua vita?
«La scrittura è il mio ossigeno. Grazie alla scrittura respiro, vivo. Non riesco a immaginare il mio presente e il mio futuro senza. Ho bisogno di buttare giù le mie idee e dare vita a nuove storie, nuovi protagonisti. Scrivere significa dare voce alla mia anima. Come ho già detto, poi, aiutare gli altri autori a esprimersi con il mio editing o il ghost writing è una grande soddisfazione. Mi emoziona vederli felici, riconoscenti».
Di cosa tratta il tuo ultimo lavoro, “Shadows”, primo volume della saga “Le cronache degli Aashdrak’eer” e cosa ti ha ispirato a scriverlo?
«“Shadows” racconta degli Aashdrak’eer, i predatori degli uomini. Si spostano come ombre nella notte, nei bassifondi delle città. Sono dei violenti, dei mostri. Reziel è il cacciatore di punta della squadra R77. È testardo, ha problemi di gestione della rabbia dovuti ai maltrattamenti subìti durante l’infanzia. Ha grandi doti di leadership e si sente sempre responsabile per la sua squadra. Morirebbe per i suoi compagni. Yurelai, Verena, Child, Kloom e Odister sono la sua famiglia. Gli Aashdrak’eer hanno una gerarchia ben definita. Si dividono in cacciatori (chi procura il cibo per la comunità), moderatori (chi coadiuva l’operato dei cacciatori), guaritori (responsabili della farmacologia, delle scienze mediche ed erboristiche), vivandieri (stoccano e controllano il cibo nelle dispense) e connettori (gestori del profilo economico-finanziario della domus e interfaccia con la società umana per mantenere l’anonimato e il benessere della comunità). Quando una preda viene trovata sventrata all’ingresso di una fornace in disuso, il sommo patriarca Kuna proclama il divieto di cacciare e nutrirsi, ma nonostante Reziel e gli altri accettino a malincuore l’imposizione, Keraka, un Aashdrak’eer dall’aspetto primitivo che non appartiene alla comunità di Torino, continua a cacciare. L’intruso, a dispetto del divieto, ha già ucciso due conoscenti di Sara Soleri, una ragazza che per accontentare l’amica accetta di inoltrarsi in piena notte al parco La Mandria. In tutto questo, un detective privato italoamericano di nome Mike O’neill, segnato dalla morte della figlia, cerca di fare luce sul mistero della bestia che sta sconvolgendo Torino. “Shadows” è un horror metropolitano e mi sono divertita parecchio a scriverlo, dico sul serio. Amo ambientare i romanzi nella mia Torino. È una città misteriosa, per chi ci crede è il vertice del triangolo della magia bianca e della magia nera. Una location perfetta per racconti di questo genere e grande musa ispiratrice insieme alla musica»
Tra i tuoi prossimi progetti rientrano anche altri libri?
«Certamente! Sto lavorando a progetti diversi e spero di poterli presentare ai lettori quanto prima. Non posso fare troppe anticipazioni per il momento. Posso dire, però, che in programma c’è anche la stesura del settimo romanzo della saga “I 7 Demoni Reggenti”. Ormai ci avviamo alla conclusione. Colpi di scena assicurati. Come al solito, insomma».
Rivelaci un tuo sogno come donna e un tuo sogno come scrittrice…
«Direi che coincidono. Regalare sogni. Far evadere le persone dal grigiore quotidiano attraverso le pagine dei miei romanzi. Anche questo è donare felicità e, in fondo, è il lascito di ogni scrittore».