Seconda persona Singolare. Pasquale Allegro e la poetica dell’assenza
Recensione di Martino Ciano già pubblicata per Gli amanti dei libri
Leggere Pasquale Allegro vuol dire venire a contatto con una realtà amalgamata con le sensazioni, in cui la parola fa da collante con le cose. Una costante soggettivazione anima ciò che ci circonda, innescando una sorta di rinascita del Creato.
In questo caso sono le assenze a favorire questo processo di riempimento, anzi di rianimazione. Tutto parla, ogni cosa dialoga con Andrea, il protagonista di questo diario dei ricordi, che insegue l’amore perduto. Chiara lo ha abbandonato e ogni abbandono è un lutto che, a sua volta, pone chi lo vive nella condizione di dover rinascere.
L’anima e il cuore, ossia sostanza e respiro della vita, si prestano a una rivalutazione, a una resa dei conti con la solitudine. Nessuno sopravvive a se stesso, così come nessuno può abitare se stesso senza qualcuno. Andrea lo capisce dolorosamente, ricordando i gesti quotidiani, i luoghi attraversati insieme alla sua compagna o insieme a suo padre. E infatti un abbandono ne rievoca un altro, ecco quindi quel papà che non c’è più e che rappresenta quel baricentro, quel senso dell’ordine e della razionalità, che una volta venuto meno ci costringe a viaggi oscuri, a ricerche senza fine.
Ma se l’amore salva, sia esso di coppia o familiare, un abbandono distrugge e mette in discussione ogni aspetto della vita, ogni caratteristica di quell’edificio pesante e arzigogolato che ci portiamo sulle spalle, ossia la nostra personalità. Ed è forse la nostra personalità il fantasma che ci tormenta e che ci perseguita nel momento dell’abbandono? Percepiamo tutto come un nostro fallimento?
Le domande che Allegro ci fa porre con quest’opera sono tante, anzi troppe. Ma non è quello che cerchiamo da un libro? Non diciamo di essere stufi delle storie razionalmente funzionanti guidate da una ferrea logica che pretende di indicarci l’unica strada percorribile per risolvere gli enigmi?
Seconda persona singolare è un viaggio nella narrativa dei sentimenti che richiama alla mente quella necessità di appartenerci, di ritrovare nella comprensione del prossimo i nostri disequilibri. Solo capendo l’altro ci comprendiamo, diventiamo parte del suo dolore e della sua gioia, in poche parole della sua totalità.