Piccole mani
Prosa e foto di Martino Ciano
Eri davanti al precipizio e piccole mani ti hanno preso e ti hanno allontanato dal bordo frastagliato, dal fondo di rocce acuminate. Come ali ti hanno sollevato e ti hanno portato dove la terra era sicura, dove i piedi non vacillavano e ogni passo non incontrava fosso o pietra di inciampo.
Al tuo fianco stanno da allora piccole mani; nulla più ti viene chiesto, solo sussurrato; abbi cura di ciò che il tempo ha generato lontano dal tuo corpo e dalla tua mente. Piccole mani hanno sconfitto la morte, la calura degli istinti e la malvagità della parola pronunciata per sfogo. Piccole mani non portano solo amore e grazia, ma la vita anche quando si infrange e ferisce.
Racconta a piccole mani che si nasconde il cuore per non donarlo alle intemperie del mondo, che non esiste il tempo propizio ma ciò che è stato deciso prima del nostro metter naso tra la sostanza del mondo. Sussurra a piccole mani che correndo da un posto all’altro ci si dimentica di tutto e bisogna lottare per essere sé stessi ogni giorno, come se, una ad una, le cose che sono in noi reclamassero attenzioni.
Così piccole mani hanno visto te salire sul proscenio, sulla crepa di ogni vita che impone “di essere per sempre o di morire per gli altri”; nessuno sa scegliere subito, nessuno sa attendere piccole mani di salvezza e di disincanto dallo spettacolo imbastito per un giorno o per sempre. Piccole mani sono di vento e di carne.
Urla ora che non esiste quel che vai dicendo, che non c’è nulla di più semplice se non inventare l’amore e l’odio. Riesce a ogni uomo dire bene e male di tutti gli elementi e gli accadimenti che compongono il mondo, eppure piccole mani sono sempre lì, anche per mettere a tacere.
E tacere è come un discorso su risposte che non saziano le domande…