Nessuno si salva da solo. Margaret Mazzantini e “l’amore dei nostri tempi”

Nessuno si salva da solo. Margaret Mazzantini e “l’amore dei nostri tempi”

Recensione di Letizia Falzone

I protagonisti di questa storia sono Gaetano e Delia. Lui è un “artista” che non ha avuto successo, lei una nutrizionista. Si conoscono dieci anni prima ed entrambi sono delle persone che si portano già dentro dei demoni contro cui devono combattere: Delia ha un problema con l’anoressia e Gaetano è uno scapestrato che non sa ancora cosa fare della sua vita. Si mettono insieme, si amano, si fanno del male, si tradiscono, si offendono.

“Due velleitari pieni di buchi emotivi”. Due persone che si sono amate follemente e improvvisamente si odiano, allontanate da incomprensioni e routine.

Delia rimane nell’appartamento con i bambini mentre Gaetano si trasferisce in un residence. Un giorno i due si trovano a cena per parlare della gestione dei figli e cominciano a ricordare episodi del loro vissuto comune, alcuni di questi li riportano al loro grande amore, altri alla fase del decadimento e dell’astio reciproco. Solo i bambini li tengono uniti pur nel differente modo di approcciarsi a loro.

Delia è una donna pretenziosa, evoluta quanto basta per piangersi come intellettuale mancata, ma non colta a sufficienza per potersi realizzare. È inappagata, spesso isterica, piena di risentimento, pronta a scaricare addosso al mondo ogni sua sconfitta, compresa quella d’essersi innamorata di un “lui” che finirà per rivelarsi assai al di sotto delle aspettative. Gae, infatti, è un soggetto modesto vuoi come individuo, vuoi come marito e padre: l’autrice gli cuce addosso tutti gli stereotipi del maschio italiano deteriore, e non gli concede di affrancarsi dal triste ruolo in nessuna delle sue dimensioni; irrealizzato nel lavoro, sfuggente e codardo nei sentimenti, compagno traditore, padre distratto e, dulcis in fundo, portatore di una marcata beceraggine che gli dà il colpo di grazia.

Il linguaggio usato è molto crudo e diretto. Sicuramente la Mazzantini lo fa per essere più vicino nel raccontare la vita di tutti i giorni di una coppia comune. Con uno stile asciutto e caustico punteggiato di turpiloquio, la scrittrice sviscera i sentimenti e li lascia lì ad imputridire, senza pietà. Non fa sconti, né sull’amore coniugale con tutti i suoi inganni né su quello per i figli, che a tratti appare quasi dissacrato.

Il romanzo trasuda rabbia e disincanto, mentre la speranza di un riavvicinamento che ogni tanto fa capolino finisce per gettare una luce ancora più squallida sulle macerie.

Delia e Gaetano, due che da un pezzo tirano a campare con le ambizioni appese al chiodo, ma che insieme proprio non ce la fanno. Lei non lo ama più, perché avvelenata dal rancore:

“Mi hai fatto entrare nel tempio e poi mi hai fatto strisciare”.
Lui forse ci crede ancora: “Hai sempre comandato tu, grande puttana, grande sogno perduto”.

Chi può salvare una coppia che sta sull’orlo di un baratro? Nessuno, perché entrambi sanno dove colpire per fare il più male possibile, non risparmiano colpi bassi e si spingono giù a vicenda in un abbraccio mortale, “vittime e assassini nello stesso buco di cucina”.

Il rapporto però si potrebbe salvare, ma non da soli, come dice il titolo “Nessuno si salva da solo”, ma entrambe le persone devono fare insieme questo passo. Perché tra Delia e Gae, quella fiammella c’è ancora, la percepiscono. E la soffocano. Il perché forse non lo sanno nemmeno loro. Magari hanno paura di scottarsi di nuovo, forse sanno già cosa troveranno o, semplicemente, hanno paura di essere felici.

La Mazzantini prova a stilare un ritratto di quello che è la generazione odierna dei trenta-quarantenni, dal punto di vista sentimentale, senza porre qualcosa che li distingua, ma anzi che li assimili alla contemporaneità di così tante coppie. Probabilmente l’autrice ambienta tutto questo durante una cena proprio per sottolineare, nei protagonisti, la voglia di ritornare in una situazione collettiva serena e per aprire, grazie all’appetito, quegli stomaci chiusi dalla rabbia, che ha tolto ogni sprazzo di pace. Ma il risultato della cena non sarà quello che Delia e Gaetano s’aspettavano, sempre che s’aspettassero qualcosa. Perché il tempo passato è troppo poco.

Questo libro non è sicuramente adatto a chi ha una visione troppo romantica e romanzata dell’amore, del matrimonio e della famiglia perché lo giudicherebbero troppo crudo e non veritiero; lo vedo più per persone disincantate e realistiche disposte ad accettare il fatto che, a volte, non tutte le cose vanno come vorremmo. Per questo motivo a volte, anzi quasi sempre, si tende a incolpare l’altro mentre la cosa migliore sarebbe guardare dentro noi stessi per renderci conto delle nostre mancanze di cui siamo ostaggi più o meno volontari.

“-Se hai qualcuno che ti ama, forse ti salvi. –
E se non ce l’ho? -Ti salvi da solo. – Nessuno si salva da solo.”

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