Lealtà (Quinta parte)

Racconto di Salvatore Conaci

«Be’, voi siete senz’altro persone molto pittoresche. Oserei dire simpatiche. E, ve lo assicuro, accade assai raramente che qualcuno mi faccia simpatia con tanta facilità. Inoltre, questa è una delle situazioni più curiose che mi siano capitate di recente. Voglio intenderlo come un segno, e invitarvi, tutti e tre, a trascorrere una giornata al mio castello. La signorina potrebbe essere curata dal mio medico di fiducia. Uno vero, non uno di quei macellai dell’ospedale! Voi, invece, potreste leggere alcune delle mie poesie più belle; e il vostro fidanzato non avrebbe occasione migliore per rendere felice la sua donna».

Bastian, chiamato in causa, si affrettò a rispondere: «Si dà il caso che io sia uno dei macellai dell’ospedale del paese, signor Degli Alani. E potrei benissimo rimettere in sesto quella gamba appena ammaccata senza dovermi sorbire una noiosa giornata di libri e poesiole! E poi, la mia fidanzata e io avevamo degli impegni. Questa mattina non ci siamo certo svegliati con la speranza di essere invitati al vostro castello».

«Smettila di essere così scortese, Bastian! Il signore ci ha rivolto un invito che concede a pochissimi! Sii meno egoista e lascia che si realizzi questo sogno, ti prego! Le mie amiche saranno così invidiose! Sai cosa significhi la poesia, per me!», lo supplicò Moira.

Ma la supplica fu respinta: «Non renderti ridicola, la casa di tuo padre è piena zeppa di inutili libri! Così tanti che non hai ancora finito di leggerli tutti. Non ti basta?».

«Sono ridicola, dunque? Sono davvero ridicola?!»
«In tal caso, sì!»

«Bene, in tal caso io accetterò l’invito. Scegli tu se venire con me o restare qui! Ma, se resti, dovrai essere tu ad avvisare mio padre di avermi lasciato andare via, chissà dove con chissà chi!»

Seguì un istante di delicatissimo silenzio, interrotto, magistralmente, solo da Leila: «Accetto anch’io l’invito. Il ginocchio sbucciato passa, un invito dai Degli Alani è per sempre!»

Bastian non tardò a piegarsi: «E sia! Andiamo dai Degli Alani

Hermes sorrise, poi esclamò: «Fantastico! Tutto è bene quel che finisce bene. Non ve ne pentirete. Ci incontreremo alla mia carrozza, l’unica coi cavalli arabi in tutta la piazza. Ci vedremo tra un’ora, così che abbiate il tempo di organizzarvi». Poi, mentre i due fidanzati si allontanavano, aggiunse, afferrando il braccio di lei: «Non mi avete ancora detto il vostro nome!»

«Moira», gli rispose lei, arrossendo.

Hermes le baciò la mano, estasiato nonostante conoscesse la risposta, mentre Bastian reprimeva a fatica lo sdegno.

Poi si separarono.

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