La Valle dei Mulini di Aieta. Un teatro che “attendeva” di essere valorizzato

La Valle dei Mulini di Aieta. Un teatro che “attendeva” di essere valorizzato

Articolo di Martino Ciano

Prendi un sito naturalistico appartato, trasformalo in un piccolo teatro e invita la gente a raggiungerlo in un assolato pomeriggio d’estate. Tieni conto che, nonostante le strade di collegamento siano in ottime condizioni, le persone dovranno mettersi in macchina, lasciare la costa e addentrarsi nell’entroterra, tra le colline di Aieta. Queste le sfide che si sono presentate all’associazione Ginepraio che ha dato vita, insieme all’Ente valorizzazione Aieta guidato da Giusi Oliva, al teatro-natura della Valle dei Mulini.

Dal 30 giugno al 25 agosto è andato in scena lo spettacolo teatrale di Pasquale Lanzillotti “Attesa Prolungata di Qualcuno o di Qualcosa”, liberamente tratto da “Aspettando Godot” di Samuel Beckett. Cinque appuntamenti, di cui solo uno è saltato a causa del maltempo, che hanno registrato il “tutto esaurito” e gli apprezzamenti del pubblico. Oltre a esserne stato autore, Lanzillotti ha anche interpretato la rappresentazione teatrale insieme a Elvira Scorza, attrice originaria del territorio impegnata da anni nell’attività teatrale e Chiara Barassi, danzatrice, attrice e coreografa formatasi con svariate realtà europee. A impreziosire il cast, la giovanissima Noemi Marsiglia, talento aietano dell’organetto.

C’è anche un altro particolare che dobbiamo segnalare e che non è di poco conto: lo spettacolo era a pagamento. Ma perché questa premessa? Perché la possibilità di un flop era dietro l’angolo, mentre tanto l’associazione Ginepraio quanto “Eva” hanno creduto in un progetto messo in piedi da artisti del territorio. L’esperimento è quindi riuscito e già si pensa al prossimo anno. Certamente, anche nelle altre stagioni ci saranno degli appuntamenti, ma di diversa natura.

Come spiegatoci da Lanzillotti, componente attivo dell’associazione Ginepraio e dell’Ente valorizzazione Aieta, il progetto del teatro “Valle dei Mulini” è servito “prima di tutto a prendere coscienza che dobbiamo essere i primi a credere nelle nostre potenzialità e nei nostri luoghi, mettendo in piedi progetti concreti e duraturi. In secondo luogo, per uscire da quell’idea che l’evento di nicchia non possa competere con la grande manifestazione. Tutto ci vuole, perché variegata è la platea turistica della nostra zona, ma nulla deve essere pensato solo come intrattenimento”.

Insomma, il discorso è semplice, ogni cosa si può realizzare, ogni manifestazione deve avere la propria collocazione, ma sono sempre i luoghi che parlano e che devono riacquisire valore. Alla Valle dei Mulini bisogna aggiungere poco, la natura ha già pensato a tutto. “Gli spalti sono stati ricavati da delle assi di legno – ha detto Lanzillotti – ma poi, intorno, non sono state effettuate altre delimitazioni, lasciando a chiunque fosse passato di lì, per puro caso, l’idea che quanto stesse avvenendo tra noi attori fosse un incontro tra viandanti”

Un messaggio chiaro che esce da questa esperienza: anche l’arte ha i suoi “artisti e prodotti locali che vengono apprezzati dai turisti”. Fantasia e volontà non mancano alle nostre latitudini, ma vanno canalizzate verso quel processo di creazione di identità che attrae e rende “magico” il senso del viaggiare.

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