La meridiana. Shirley Jackson e “l’attesa dell’Apocalisse”
Recensione di Martino Ciano
Una casa, una meridiana, un giardino segreto, un’ossessione. Un romanzo impregnato di humor nero, di schizofrenici passaggi tra mondo onirico e reale. Protagonista di questa storia una famiglia di esaltati, composta da squinternati che sono presi da momenti di divinazione nel mezzo di una cittadina che attende la fine del mondo. Non ci sono bambini innocenti, non ci sono persone che possano raccontare romantiche avventure; è tutto così cinico che persino l’ironia è urticante, eppure si sorride pagina dopo pagina.
Shirley Jackson è colei che scrisse nel 1958 il famoso romanzo L’incubo di Hill House, considerato un caposaldo della letteratura gotica. In questo romanzo però non ci sono fantasmi, tantomeno artifizi horror; fin dalla prima riga avvertiamo un senso di inquietudine, come se qualcosa di malato si aggirasse nella grande villa, sorta in questo paese già famoso per un efferato fatto di cronaca, ossia i quattro delitti commessi dalla giovane Harriet Stuart che uccise madre, padre e i due fratelli a martellate. Un evento tragico, che qualcuno ha saputo trasformare in un business, visto e considerato che la villa in cui sono avvenuti i fatti è diventata meta turistica.
Ma questo è solo un particolare, perché a noi interessa ciò che accade in un’altra villa, quella degli Halloran, che ha un giardino impenetrabile nel mezzo del quale c’è una meridiana e un messaggio inquietante, Cos’è questo mondo? Di qui inizia questa storia, o meglio l’inizio della fine del mondo che i componenti della famiglia attendono dopo una rivelazione giunta da un’apparizione spettrale. Come al solito si pensa al dopo, ci si prepara al grande evento. Come sarà il mondo che verrà? Chi sarà il re o la regina? C’è anche una setta, quella dei Veri Credenti, i cui adepti lottano per l’espiazione delle loro colpe. Ma anche in questo caso, le loro sono più ossessioni puritane che non altro.
Ci muoviamo in un romanzo in cui a vincere è l’ossessione per la perfezione, per la pulizia e per l’ordine. Ma l’essere umano non cerca l’equilibrio, bensì un caos ragionato, governabile. Sono personaggi folli quelli che troveremo tra queste pagine, capaci di passare da argomentazioni frivole a profonde disquisizioni sulla vita e sulla morte. Quella degli Halloran è una famiglia dalle virtù e dai vizi aristocratici, per cui tutto tende al paradosso e al fanatismo. Riecheggiano Alice nel paese delle meraviglie e la Casa di Hänsel e Gretel, ossia il non-senso e il demoniaco; ma come detto tutto rimane sullo sfondo, confuso in un’ironia e in una ambigua ricerca della verità che ci disturberanno per tutta la lettura.
Sì, non è un semplice romanzo di genere questo di Shirley Jackson, ma un raccontare il mondo secondo strumenti nuovi. Infatti, se è impossibile capire per noi cosa sia realmente il mondo, allora ogni mezzo che ne rende testimonianza diventa valido.