La “mediocrazia” dal cuore grande. Il banale orgoglio italiano

Articolo di Martino Ciano

Combattiamo una guerra che non ci appartiene, come tutte quelle che scoppiano d’altronde, ma nell’epoca della globalizzazione siamo succubi del messaggio che ogni singolo evento ci appartiene e interagisce con noi. Subiamo una crisi che non abbiamo causato, ma che ci è stata imposta affinché il potere, quello al quale ognuno di noi crede di partecipare, mentre ne è solo una rappresentazione, una x mobile da incasellare tra altre incognite, possa trovare altre strade, altri luoghi da colonizzare. Viviamo nell’attesa, nella necessità di risposte che non arriveranno; intanto ci accontentiamo della mediocrità. Anzi, la democrazia che avrebbe dovuto elevare gli spiriti, rendendoli partecipi e attivi nel processo di emancipazione dell’umanità, del popolo, dell’individuo, è invece un processo tendente all’appiattimento, al chiacchiericcio e all’opinione senza ricerca; ci ammalia il dubbio che è solo negazione priva d’ogni argomentazione. Nessuno propone soluzioni, ma declama critiche.

Oggi ci si chiede se andare al voto sia giusto o sbagliato; se avevamo davvero bisogno dell’ennesima crisi di Governo. Invece, pochi si domandano che razza di elezioni saranno mai queste, con una campagna elettorale che si terrà d’estate, periodo in cui l’italiota cerca relax, cocktail e qualche scappatella. Gli slogan dei post-fascisti sono simili a quelli dei post-comunisti; senza dimenticare che Fascismo e Comunismo, Destra e Sinistra, sono ormai parole prive di significato. Si agitano spauracchi, si mobilitano tensioni sociali che restano solo nei social però, con l’utilizzo di un linguaggio ormai da bettola allegra.

Andiamo alla ricerca disperata di nuove notizie, di news da leggere che contengono dichiarazioni fallaci, contradditorie, pronunciate da politici diventati parolieri, poeti della retorica, privi di ogni gusto per la conoscenza. Il loro linguaggio minimale è studiato a tavolino; è frutto di un impoverimento voluto, stabilito, concordato. Questi professionisti della politica costruiscono domanda e risposta, quando vogliono darsi un tono si gettano a capo fitto nel tecnicismo. A destra e a manca si acclama al ritorno dell’Italia che s’è desta, ma l’unica speranza è che qualcuno si svegli con un più volgare alzabandiera con cui, magari, dimostrare un po’ di virilità.

L’orgoglio degli italiani, se mai è esistito, è ormai rappresentato da leader avulsi completamente dalla società. In Italia ancora si combatte per il riconoscimento di alcuni diritti, si pensa che ogni diritto acquisito sia una grazia. In Italia la politica è telecomandata, risponde a logiche internazionali (bene che ci siano se queste servissero a rendere il mondo la patria di tutti) che non sono troppo dissimili da quelle della Guerra Fredda. Fatto sta che non è una questione di salvare o non salvare qualcuno, di meglio questa democrazia che una dittatura; il problema è non rendersi conto che la dittatura del pensiero unico, rotta solo da qualche scaramuccia televisiva o dalla partecipazione facebookiana a qualche dibattito introiettato da esperti sobillatori, ha già conquistato ogni campo.

Addirittura, alcuni opinion leader o influencer, che nulla hanno avuto a che fare con la politica, con l’economia, con la scienza, sono già stati elevati a uomini dal pensiero controcorrente. La privazione di ogni approfondimento e la banalità delle argomentazioni mettono in mostra che il senso critico è morto. Siamo tutti utili idioti. Un tempo l’atteggiamento apolitico era una scelta aristocratica, oggi è una scelta qualunquista. La mediocrità si nutre di assenza e di abbandono, proprio ciò a cui stanno spingendo coloro che della democrazia vorrebbero farne uno slogan utile per ogni occasione. Ma la democrazia è tutto; è discorso depurato dalla Ragion di Stato e questa igiene è mancata sempre in una nazione che non è mai stata libera e indipendente.

Ma cos’è ormai la politica italiana? Un amico ha fatto un paragone calzante: la politica italiana è un po’ come certi temporali estivi che non arrivano mai. Il cielo si riempie di nuvole minacciose, tuoni fragorosi fanno fuggire tutti verso casa, ma poi, di fatto, non piove e fa ancora più caldo. Insomma, una fregatura.

Post correlati