Occidente. Ferdinando Camon e gli “anni di piombo” senza fronzoli
Recensione di Martino Ciano
L’obiettivo non era quello di preservare, ma di distruggere l’Occidente e il suo sistema pseudo-democratico privo di vigore. Con questo sentimento neroniano vennero tirati su quei giovani confusi dalla modernità, che cercavano disperatamente un’ideologia da seguire. Polverizzare per ricostruire cosa e in nome di quale bandiera? Nel suo incedere, questo romanzo apparso per la prima volta nel 1973, ci fa comprendere ancora meglio gli anni bui che l’Italia attraversò, senza mascherare anche quel generale senso di annientamento che la generazione del dopoguerra viveva.
Ferdinando Camon fece quasi un’indagine sul campo. Anche i terroristi compresero che tra le pagine di questo romanzo si svelavano troppi segreti dottrinali, che accomunavano “rossi” e “neri”; tra questi elementi esoterici: il diritto alla strage e l’uso indiscriminato della violenza. Ideologie opposte, acerrimo odio tra le due fazioni, ma la matrice è la stessa; questo romanzo ci farà giungere a tale conclusione.
In quegli anni, Camon veniva minacciato oltre che intervistato. Nella premessa stilata proprio per questa ripubblicazione, l’autore spiega che questo è stato il libro che gli è costato di più. In un sol colpo, lo scrittore si fece cronista, sociologo e antropologo. Il romanzo si sviluppa intorno a due figure, il neo-fascista Franco e il terrorista rosso Milo. Come detto, loro servono due diverse religioni, ma l’obiettivo è sempre il raggiungimento di un uomo nuovo; un novello Adamo che sia costruttore di una società meccanicamente guidata da un’ideologia depurata da ogni contraddizione.
Ma come si elimina la contraddizione? Con la violenza. La strage è necessaria, la violenza è l’unico mezzo. Tutto è concesso. “Bisogna colpire soprattutto anziani, donne e bambini – dice Franco – il terrore va sparso ovunque, nessuno deve sentirsi al sicuro”. Ma chi furono gli ispiratori, i suggeritori che resero i giovani dell’epoca delle marionette? La speranza è che il romanzo di Camon spinga molti ad aprire i libri di storia, a scrutare tra il non detto le oscure pagine della nostra Repubblica, a rileggere il tentativo eversivo di Junio Valerio Borghese che si inserisce nel quadro della strategia della tensione e della stagione stragista vissuta in Italia dal 1969 al 1974. E ricordiamo anche che, ancora oggi, questa è una delle pagine più sottaciute della nostra storia. Perché? Cercate le risposte, indagate, siate mossi dalla curiosità; d’altronde è la nazione in cui viviamo e di cui abbiamo ignorato troppo.
Occidente è un romanzo che non dovrebbe mancare nella libreria di ciascuno di noi, soprattutto in questo periodo storico di baratto delle ideologie e di spaesamento, un po’ come quegli anni, anche se gli effetti furono diversi. Ma è un libro che dovrebbe entrare nelle scuole, perché sarebbe un valido supporto a tante memorie che non vengono trattate con la dovuta attenzione.