Gigi la seppia e l’inchiostro perduto. Una favola sul dono e il buon uso della cultura
Recensione di Filomena Gagliardi a “Gigi la seppia e l’inchiostro perduto” scritto da Fulvia Degl’Innocenti, illustrazioni di Alessandro Coppola, edito da La compagnia del libro, 2022
Gigi la seppia scopre che con il suo inchiostro può dedicarsi ad un’attività tipicamente umana, la scrittura. Presto si rende conto che con la scrittura può essere utile a molte creature del mare: decide pertanto di farsi pagare, inventandosi così un lavoro. La piovra però, invidiosa del suo successo, pretende una parte dell’incasso del povero Gigi. Quest’ultimo, traumatizzato dai ricatti ricevuti dalla piovra per mezzo di un polpo, perde l’uso dell’inchiostro.
Anche la piovra, però, ad un certo punto ha bisogno di farsi redigere un documento per salvare sua figlia in pericolo: si rivolge allora a Gigi che, pur impossibilitato a scrivere, insegna la sua arte ad una sua cuginetta e le fa preparare il testo richiesto dalla piovra, la cui figlia viene liberata. La piovra vuole ricompensare Gigi che sceglie, nel caso in cui recuperasse l’inchiostro, di poter continuare a scrivere, senza però essere pagato: “Ho chiuso per sempre con i soldi. Il loro sapore è troppo amaro per i miei gusti”.
La storia, raccontata in modo semplice e gradevole da Fulvia Degl’Innocenti e illustrata magistralmente da Alessandro Coppola, non è solo una narrazione a lieto fine, ma presenta anche un significato allegorico. La piovra è certamente un simbolo negativo, mentre Gigi rappresenta sicuramente un simbolo positivo: la scrittura è un’attività bella, appagante, utile e può diventare anche una professione; la vera generosità, però, sta nel fare dono gratuito di questa competenza alle creature del mare, senza lucrare sulla necessità di esse. Solo dopo aver perso la sua abilità Gigi ne comprende l’importanza non solo per se stesso, ma anche e soprattutto per gli altri. Il messaggio è chiaro: chi ha ottenuto il dono della cultura non deve vederlo come un privilegio personale, bensì come una risorsa pubblica, da condividere, come uno strumento di aiuto collettivo. Essere generosi, usare il cuore, cambia colore alle cose, all’inchiostro, alle scritte: e così Gigi userà una tinta diversa per ogni emozione che dovrà raccontare.
Attraverso tale racconto ogni lettore, giovane o meno giovane che sia, può vedere in nuce la storia di quella tecnologia rivoluzionaria per l’uomo che è la scrittura, inizialmente impiegata per scopi pratici e solo successivamente per finalità letterarie. Letture come questa, però, insegnano anche che spesso pragmatismo e bellezza possono convivere senza impedimento, se dosati con armonia ed equilibrio.
Buona lettura e buona scritture di emozioni!