Il cielo tra le onde
Poesia e foto di Giuseppe Gervasi
Chiesa solitaria,
a piedi verso il mare,
un mare ellenico.
Torre di Casamona: antico segnale.
Paesaggio azzurro che si avvicina.
Vecchio porto,
tra il sacro e il profano,
braccio di Dio tra le onde.
Sole ardente, piedi bloccati nella sabbia,
brucia il corpo e la passione.
L’acqua che si bacia,
incontro fluido dal sapore umano.
Incantevole stella,
dal cielo fino in terra.
Primi giorni di Maggio, sole caldo sulle braccia nude. Rossore sul viso pallido: regalo invernale.
Passeggiata mistica e profana accompagna il braccio santo: umanizzato.
Per le verdi campagne, preghiere, sorrisi e dolci pensieri. Stanchi verso il mare che attende, salite e subito dopo discese come la vita.
Ad un certo punto le prime case, svanisce il sogno che riaffiora sulla sabbia ardente: tappeto adagiato al mare del mondo povero.
Un bacio tra sacro e profano, la pioggia sognata nell’antichità rimane ancora un desiderio.
Primi tuffi nell’acqua fredda.
I giovani accaldati dal lento percorso bagnano il corpo e la mente.
Subito dopo si riprende il cammino e l’incantevole stella illumina il passo lento: stanco e felice.
E si torna da dove si era partiti,
come peraltro accade nel corso della vita:
si nasce, si vive e poi un salto all’origine di ogni cosa.
Tutto accade,
a prescindere.