La Gloria. Giuseppe Berto e la storia di Gesù secondo Giuda

La Gloria. Giuseppe Berto e la storia di Gesù secondo Giuda

Recensione di Martino Ciano. In copertina: “La Gloria” di Giuseppe Berto, Neri Pozza, edizione 2020. La prima pubblicazione del libro è avvenuta nel 1978

Chi è quest’uomo che si presenta al popolo come Figlio di Dio, Luce, Verità, Liberatore? È un Gesù enigmatico e ombroso quello che Giuseppe Berto immortalò nel suo romanzo La Gloria, pubblicato nel 1978.

La vicenda del Messia viene raccontata da Giuda, il grande traditore, colui che da sempre è considerato il peggior uomo apparso sulla Terra. Forse è stato proprio lui ad amare più di tutti il Maestro, facendosi carico della parte più importante di tutta la vicenda, sporcandosi le mani e garantendo attraverso il suo tradimento che le parole dei profeti si compissero.

Uomo colto che abbandonò prima del tempo la ricchezza in nome dell’ascetismo, quando Giuda incontrò Gesù tra loro due scoccò l’intesa. Vero è che cambiò diverse volte idea sul conto del suo Maestro. Infatti, il Rabbi era spesso contraddittorio, poco chiaro nelle sue azioni e nei suoi gesti; a volte appariva buono, altre volte crudele. Lui parlava solo per parabole che ognuno interpretava come voleva, eppure sapeva incantare gli uomini con la sua voce e con i miracoli.

Chi era Gesù? Giuda non seppe rispondere, ma lo seguì. Lo tradì proprio come Gesù avrebbe voluto, affinché le parole dei Profeti si compissero. Il male quindi è stato al servizio della Gloria? Anche Pilato cercò di fare di tutto per salvare il Nazareno, ma quest’uomo sembrava che amasse la morte, che la cercasse con tutto sé stesso, perché nulla fece per scansarla. Provoca la rabbia dei Farisei, dei Romani. Lui si proclamò come portatore della Verità e quando Pilato gli chiederà cosa fosse la verità, visto che il suo bagaglio culturale greco-romano gli imponeva il dubbio costante, il punto interrogativo perenne, la sospensione del giudizio, ecco che uno squarcio si aprì. Forse da quel giorno il Mondo non fu più lo stesso, perché se ci si proclama come Verità, allora tutto ciò che vi si oppone è Falso, quindi eliminabile.

È un libro complesso quello di Berto, sebbene sia scritto con un linguaggio moderno. È ricco di riflessioni, va nelle profondità dell’animo umano, ci dona aspetti celati nelle scritture, ma resta un romanzo. Un’opera ambiziosa, come ebbe a dire lo stesso Berto, ma leggendola a decenni di distanza mostra quanto abbia anticipato i tempi. Di questo connubio segreto tra Giuda e Gesù parlerà in quegli anni anche Mario Brelich e, qualche anno più tardi, Saramago.

Ancora una volta Berto si dimostra scrittore illuminato, figlio di un mondo letterario che non premia a sufficienza le sue menti migliori; basti pensare quanto ancora oggi si parli poco di un romanzo fondamentale quale Il male oscuro.

La Gloria ci rivela due aspetti, la ciclicità di certi eventi e l’impossibilità di leggere la storia al di là delle rigide categorie morali ed etiche. Dal canto suo, Giuda racconta tutto millenni dopo. Egli è tra noi, ma non per discolparsi, bensì per approfondire ciò che venne scritto in maniera troppo frettolosa secondo modi di pensare umani e non di certo divini. Cita anche alcuni profeti moderni quali Nietzsche ed Engels, dimostrando che l’ordine è prima di tutto una necessità simbolica.

Forse oggi questo romanzo non dice nulla di nuovo, anche se non sono d’accordo, ma bisognerebbe leggerlo per comprendere come certi sforzi intellettuali, quando sono uniti a una poetica della ricerca si trasformano in capisaldi con cui bisogna fare i conti. Buona lettura.

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