Sono stato tradito
Articolo e foto di Martino Ciano
Sono stato tradito… Porterò via con me la maggior parte delle cose che ho accumulato qui. Preferisco lasciare la stanza spoglia come la prima volta, quando vi trovai solo una brandina e un comodino. Mi parve una cella, persino la finestra, per quanto ampia, assunse ai miei occhi l’aspetto di un buco estorto supplichevolmente al muro.
Ora mi sono seduto sul pavimento. Lo feci anche il primo giorno che vi entrai, solo che all’allora dissi qualcosa inizia, ora invece sussurro tutto si è compiuto. Verranno a prendermi per portarmi altrove, forse mi seppelliranno vivo e mi lasceranno morire lentamente. Mi hanno detto di aspettare e io obbedisco.
Sono stato tradito… La giustizia punisce i colpevoli, ma lascia a spasso i suggeritori. Sono stato l’esecutore materiale di qualcosa. Nessuno ha mai dato un nome a questo qualcosa, ma tutti erano certi che prima o poi l’avrei compiuto. Me lo dissero fin da bambino, dopo aver tirato sassi contro i vetri delle finestre delle case abbandonate, o dopo aver infilato le mani sotto le gonne delle compagne di scuola, o dopo aver preso a calci i gatti, o dopo aver bruciato le lucertole. Mi hanno sempre definito un delinquente.
Ero stato educato al delitto, sia morale che materiale. Mi hanno detto che dovevo difendermi, che a uno schiaffo ricevuto avrei dovuto rispondere con due, che a uno sputo ricevuto avrei dovuto restituirne tre, che a ogni parola offensiva, soprattutto se rivolta all’integrità morale della mamma, avrei dovuto controbattere con violenza e crudeltà. Io ho seguito gli insegnamenti e vincevo sempre. Ero un bambino grasso e i miei pugni erano dolorosi.
Alla fine picchiai tutti quelli che mi ronzavano troppo intorno, anche senza motivo. Mi lasciarono solo, avevano paura di me. Alcuni però mi dissero che rimane solo chi viene temuto e rispettato, quindi quella solitudine era una medaglia al valore. Ma mi misero anche in guardia, chi è rispettato viene invidiato perché tutti vogliono essere come lui, attento quindi agli invidiosi, perché tradiscono. Sii amico di tutti ma fedele con nessuno. Così feci: niente amici, solo conoscenti.
Diventai il capo di una combriccola e tutti i componenti mi temevano. Fatto sta che anch’io temevo ognuno di loro, perché pensavo sempre a come mi avrebbero tradito. Allora, per mettermi al sicuro facevo loro qualche dispetto; alcuni per un po’ di tempo li mandai in galera, incastrandoli nei miei traffici. Tre li ho anche fatti sparire, non ho detto che c’ero io dietro, ma l’ho fatto intendere agli altri del gruppo affinché capissero che con me non dovevano scherzare.
Alla fine mi sono fottuto da solo. Sono rimasto di nuovo solo e con il cuore pieno di rabbia. L’ultimo che era rimasto al mio fianco, l’ho tradito e l’ho tolto dalla faccia della Terra con le mie mani. Qualcuno ha detto che sono pazzo, che non posso stare al Mondo, che non so rispettare il prossimo, ma io ho solo eseguito gli ordini, comportandomi secondo le regole che mi suggerirono da bambino. Tanto lo avrebbero fatto con me, ché l’essere umano è così, sta sempre sul chi va là, anche i pii hanno paura che qualcuno possa togliere loro la serenità.
Ora resto qui. Spero che almeno loro, ossia i miei giustizieri, non si siano dimenticati di me. Non voglio restare solo un minuto di più.