Rapporto ex Seileste-150t “Pianeta Terra”, una divagazione di Giuseppe Milite

Racconto a cura di Giuseppe Milite – inedito

Dista dalla sua stella 325 vlm[2] ( circa 150 milioni di chilometri – UMU[3]). Compie intorno ad essa un’intera rotazione alla velocità 3,75 vlm/g[4] (circa 100.000 chilometri orari  – UMU).
La specie dominante che ha abitato il pianeta nell’ultimo periodo della sua evoluzione, suonava il tempo impiegato per questo intero ciclo, “anno”. Si stima che dalla sua formazione abbia compiuto tale rotazione più di quattro miliardi e mezzo di volte (circa 4.500 milioni di anni – UMU).
Fa parte di una galassia di 115.726 miliardi stelle e 103,286 miliardi di galassie, contenenti a loro volta, ognuna mediamente, 100 miliardi di stelle. È ancora sinergico, attualmente, all’universo multiversalmente denominato eX-Seileste-150t.  Negli ultimi cicli circumstellari della sua vita, grazie alle straordinarie proprietà acquisite attraverso continui ed epocali stravolgimenti, un interscambio costante con altri corpi celesti e la favorevole distanza dalla sua stella, riuscì a sviluppare una ragguardevole varietà di specie viventi, tantissime, straordinarie e sicuramente multiversalmente uniche.
Oggi che cominciamo a saperne di più di questo pianeta, possiamo sicuramente affermare che tra la miriade di quelli finora individuati, probabilmente era uno dei pianeti maggiormente e meravigliosamente prolifici. Allo stato attuale dei nostri studi risulta che verso la fine del suo percorso evolutivo, una specie in particolare, si sviluppò al punto di essere in grado, tra i propri individui, di comunicare in modo rozzo ma gradevole, originale e discretamente evoluto. Tale comunicazione avveniva attraverso una sorta di articolazione sonora emessa da uno strumento vocale contenuto all’interno della sommità del loro corpo. Probabilmente nella parte congiungente l’unità centrale di elaborazione dati, al resto della struttura. Quest’ultima si suppone fosse, energeticamente poco efficiente. Per denotare la loro specie ed il loro pianeta li suonavano rispettivamente, “umana” e “Terra”.  È certo che la specie si considerò intelligente. Anche se non fu mai in grado di comprendere le forme di comunicazioni (meno evolute, ma altrettanto espressive e la maggior parte suonanti) delle altre specie viventi abitanti lo stesso pianeta. Da quello che vedremo dopo, anche le comunicazioni tra la stessa specie, non devono essere state tra le migliori.
E’ oltremodo ormai assodato che in relazione alla dimensione ed alle risorse del pianeta si sia riprodotta oltre il sostenibile, a danno di altre specie suonate rispettivamente “animale”, alla quale, pur ritenendo di appartenervi amavano distinguersi per presunta superiorità, e la “vegetale”.  Anche in questo caso è stato commesso l’errore di specie dominante classico, definito convenzionalmente “squilibrio ecosistemico di base”.
Le tesi sopra esposte sono state ulteriormente confermate dal ritrovamento nello spazio, appena fuori il loro sistema stellare, di una massa di materiali ferrosi[5], sicuramente appartenente a questo pianeta. L’oggetto è stato scoperto, casualmente,  da un nostro esternauta in viaggio di ricognizione a bordo di una navicella a curvatura intermultiversale. Era ormai privo di controllo e preda dei flussi magnetici stellari esterni, vagava a 64.500 vlm (45 miliardi di chilometri circa – UMU) dal pianeta d’origine. Sostanzialmente una sorta di sonda rudimentale, sicuramente utilizzata per ispezionare i dintorni di quella che era la loro casa.
Ebbene in questo oggetto è stato ritrovato un disco di rame placcato in oro, (la scelta del materiale era stata opportuna), con incisioni ben conservate di suoni, immagini e informazioni fondamentali sul pianeta, dalle quali è stato facile evincere e in alcuni casi avvalorare, quanto sopra esposto.
Da ulteriori accertamenti, effettuati poi, su residui di materiali organici sicuramente attribuibili a questa specie e miracolosamente salvi, ed all’analisi oggettiva dell’intero contesto, si arrivati alla determinazione, con l’esclusione di qualsiasi dubbio, che la specie era effettivamente poco intelligente ed appena ai primi gradi evolutivi secondo convenzione VIMAS[6]  .
È d’altra parte ormai noto, che una specie vivente che attraverso la sua evoluzione sviluppi una minima capacità intellettiva, non è in grado di autovalutarla. Tutte le specie studiate finora che l’hanno fatto, hanno difatti, implicitamente dimostrato di non essere sufficientemente intelligenti da comprendere di non poter essere in grado di farlo. Va comunque detto che la giustificazione dell’errore commesso spesso è dato dall’impossibilità di confronto che queste specie poco evolute hanno.
Difatti, se incapaci di viaggiare, quantomeno nel sistema stellare esterno, e se non raggiunti, magari casualmente, da altre civiltà, essi non hanno tale possibilità di confronto. È riconosciuto ormai multiversalmente che solo attraverso il rapporto e il confronto con altre specie galattiche, extragalattiche o extrauniversali che è possibile definire il proprio grado di intelligenza secondo convenzione VIMAS. Essi, purtroppo, si confrontavano solo con specie a loro prossime e disponibili sul loro pianeta, in particolar modo con un loro antenato prossimo, per denotarla suonavano “scimmia”. Da qui la facile induzione all’errore.
Avvicinandosi al pianeta poi, è stato rilevato che è ormai ridotto ai primordi. Stime effettuate concludono che affinché possa essere riutilizzabile da qualche colonia multiversale, sia necessario un intenso lavoro di pulizia e ricostruzione. Naturalmente questo avverrebbe all’incirca in 6000 rotazioni intorno alla sua stella (o anche anni umani). Sono attualmente allo studio possibili interventi, che se valutati sostenibili, (vista la grave condizione ecosistemica) potrebbero ridurre questi tempi ad un terzo.
In prossimità del pianeta, nello spazio prossimo che lo circonda, si ritrovano una miriade di ammassi ferrosi. La cosiddetta “spazzatura spaziale di prossimità primitiva”, tipica delle civiltà ai primi gradini della scala evolutiva.  “Nonostante la nostra grande esperienza di navigazione universale esterna, non è stato facile passarci attraverso!”, “Mai vista una cosa del genere!”, “ Il caos che regnava fuori l’uscio di casa lasciava immaginare quanto potevano averne dentro!”.
Questi sono solo alcuni dei singolari commenti, dei nostri esternauti addetti alla missione esplorativa. Comunque erano sicuramente strumenti usati per l’esplorazione e le comunicazioni del pianeta. Molti di loro giudicati senza dubbio superflui. Esaminandoli si rileva la loro appartenenza a studi, costruttori e scopi diversi, (spesso, presumibilmente sospetti) e la confusione dei gruppi che li lanciava in orbita. Questo indica, inoltre, che quella che loro suonavano “umanità”, si era fortemente divisa in ordini e sottordini e che ognuno di essi aveva obiettivi e scopi molto diversi. Alcuni senza dubbio malvagi e di supremazia di razza, all’interno di specie. Riteniamo, come c’è capitato ormai di scoprire e di esser costretti a scrivere più volte, che anche in questo caso, e purtroppo temiamo non sarà l’ultimo, sia stata questa, con ragionevole certezza, la causa della loro autodistruzione. Il pianeta attualmente emette ancora un suono, molto verosimilmente associabile a quello che poteva essere un lamento umano, esso è ascoltabile già ad una distanza di 650 vlm ( circa 300 milioni di chilometri – UMU).

P.S. Dopo aver elaborato in particolare un suono, presente sul disco sopra menzionato, probabilmente di una specie che loro consideravano inferiore, veniva da loro suonata “balena”, ci siamo resi conto che è stato veramente un peccato non fossero stati in grado di interpretarlo.  Riuscirci avrebbe potuto significare la loro salvezza.
Gli umani ma anche le specie viventi a loro precedenti e contemporanee, vengono ormai multiversalmente ricordati come: i suonatori.




Note:
1. ^ Tempo multiversale coordinato (corrispondente al 27 Dicembre 2112 – Anni umani – UTC)
2. ^ Velocità della luce multiversale
3. ^ UMU (unità di misura umana)
4. ^ g = Unità di tempo atomico multiversale
5. ^ Voyager 1 (così si suonava),  vista la distanza del ritrovamento dal suo pianeta di origine, è probabilmente stata una delle prime  esploratrici del loro sistema stellare esterno. Quando ritrovata, dal suo interno veniva ancora inviato qualche flebile segnale all’indirizzo del suo pianeta d’origine, anche se ormai, nessuno avrebbe potuto più ascoltare. Fu probabilmente lanciata nell’ambito di qualche programma della NASA (sigla che riteniamo dovesse riferirsi al costruttore). Voyager 1 porta ancora con se, (nel rispetto del codice etico di esplorazione multiversale, dopo lo studio è stato riposto li dove trovato), un disco di rame placcato d’oro. Le immagini e i suoni in esso contenuti sono ritenuti ormai multiversalmente, unici e spettacolari. Le istruzioni per accedere alle registrazioni (anche se superflue) erano incise sulla custodia del disco.
6.^ Criteri di valutazione coefficiente intellettivo ed evoluzionistico specie viventi, multiversalmente riconosciuti ed accettati.


Nota: voglio precisare ai lettori che ne avessero bisogno, che questo breve racconto, pur se fantastico, contiene alcuni dati reali. Effettivamente la terra gira a 100.000 chilometri l’ora intorno al sole e l’intero percorso di rotazione, il cosiddetto “anno solare”, dura appunto un anno. In questo periodo la terra descrive, approssimativamente, un’ellisse intorno al sole, il cui perimetro è poco meno di 1 miliardo di chilometri. Il nostro sistema solare poi, con tutta la galassia che lo comprende, la via lattea, si muove a circa 3.5 milioni di chilometri orari per lo spazio infinito che la circonda. Quindi, anche se a noi sembra quasi tutto immobile, la nostra posizione nello spazio, cambia di migliaia di chilometri ad ogni istante.  L’universo a noi conosciuto, poi, si stima sia composto da 100 e più miliardi di galassie, e che ognuna di esse contenga a sua volta, 100 e più miliardi di stelle. Tutto questo esiste e si espande da circa 13,5 miliardi di anni. I valori espressi sono magari approssimativi, ma fortemente impressionanti. Ci danno la possibilità di intendere quanto sia infinitamente sconfinato lo spazio che ci circonda. Insomma, va bene, ma perché elencare tutti questi numeri, vi chiederete. Credo che farlo possa servire a ridimensionarci un po’. Siamo sì una creazione magnifica e straordinaria, ma pur sempre e comunque, miseri puntini di polvere aggregata, seppur di stelle. Credo ancora che servano a porci una domanda. Perché una mano divina o, se si vuole, complicati e meccanici eventi (quest’ultimi, a mio avviso, poco probabili), ci avrebbero assegnato tanto spazio da doverci sembrare infinito. Se pur da misero puntino anch’io, quale convintamente sono, immagino che la ragione possa, in fondo, essere semplice e che attraverso questa ragione appunto, si possa comprendere, quanto più è possibile per noi, comprendere. Al fine di guadagnare quindi, sempre più ragione, almeno qualche volta e solo per chi dovesse per se, ritenerlo opportuno, eseguiamo il seguente esercizio: di sera, in belle sere, con la coscienza dei numeri sopra esposti ben a mente, alziamo gli occhi al cielo, inspiriamo, osserviamo il firmamento e poi riflettiamo espirando. Ripetiamo l’esercizio più volte. L’assiduità e la costante ripetizione di sera in sera, del suddetto esercizio, nei soggetti che sono afflitti da narcisismo, egoismo e materialismo, comporterà una lenta ma continua remissione dei sintomi

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