Notturna: due poesie da Anelli di Saturno di Marco Dalissimo

“Notturna” e “Tempesta” sono due poesie di Marco Dalissimo tratte dalla sua raccolta “Anelli di Saturno”. In copertina una foto dell’autore. A margine delle poesie la copertina di “Anelli di Saturno”
Notturna
Saliamo le scale notturne, io guardo la forma delle tue spalle, la luce lunare svela la tua ombra, per attimi non ti conosco.
Dov’è la posizione nascosta del sole? Ci diamo un breve bacio. Tra la porta e la casa.
È la somma del tempo, breve silenzio di tutte le mezzenotti.
Riponiamo gli oggetti e in un respiro troviamo il caro rifugio.
Ancora pochi istanti per accendere la lampada nella stanza da letto. Siamo in attesa delle cose che muteranno, la notte non dà scampo.
La schiena adesso è nuda, sento la consistenza della tua pelle, mi passi accanto e siamo amanti.
Bacerò le tue spalle e quel profumo senza mai dirti che lo conosco.
Penso al boato di un fiume che scorre e lo sento placarsi.
perché tu mi guardi e ci addormentiamo.
Tempesta
Ho guardato il mare per un’ora infinita pensandoti, poi mi sono voltato per tornare a casa.
Camminando attraversavo una pineta, le braccia degli alberi nascevano da possenti busti, e senza sapere più niente di quello che è vero, ascoltavo le nostre parole; cadevano come pioggia e la tua voce raccontava del nostro primo giorno insieme.
Intimorito dal potere della macchia, sono tornato al mare correndo.
Esisteva solo quel mattino, poi il cielo avrebbe spento il suo colore estinguendosi, ho aperto gli occhi per esistere e per vederti ancora.
Cosa resta da fare se la forza immane della natura sta per fermare il mondo?
Vorresti bussare alla porta di tuo figlio, vorresti rivedere il tuo amico più caro, vorresti tornare al tuo primo amore per dire “Addio”, ma il tempo è divenuto fragile e le distanze impossibili per andare.
Così fermo nel vento ho sperato, pregato, maledetto i miei sbagli, e ancora ostinatamente ho sognato di essere migliore ridendo tra quella folla inorridita.
Poi sul mare ho visto la tua barca, avanzavi tra il verde delle acque e lo scuro dei flutti, il vento della tempesta mi implorò di venirti incontro, sapevo che ogni timore stava ormai svanendo insieme alla vita che è luce e incanto.
In acqua mutato in pesce ho nuotato verso di te, ma ora non posso ricordare il mio amore di uomo e la tua bocca, il tuo sapore, i tuoi occhi e infine il tuo sorriso.
Il cosmo divampò e la nostra barca sparì con il mondo.

