La Bibbia raccontata da Eva, Giuditta, Maddalena e da tante altre

La Bibbia raccontata da Eva, Giuditta, Maddalena e da tante altre

Recensione di Martino Ciano. In copertina: “La Bibbia raccontata da Eva, Giuditta, Maddalena e altre”, Solferino, 2025

Il Libro di tutti i libri, come definiva la Bibbia Calasso, raccontato dalle donne. A proporci questa lettura è Marilù Oliva, che ha già sperimentato questa formula con l’Odissea, l’Iliade e l’Eneide. L’obiettivo della scrittrice bolognese resta sempre uno: ridare voce a quella parte sottomessa, sottintesa e relegata ai margini con una risicatissima possibilità di scelta.

Fantastica anche Oliva, perché non tutto è andato come viene descritto, ma le piccole “licenze” che l’autrice si prende sono funzionali a quella liberazione delle passioni e del proprio Esserci in un quadro fortemente “patriarcale”, in cui la donna aveva solo il dovere di obbedire o di rafforzare la tradizione con il proprio esempio.

Approcciarsi con “La Bibbia raccontata da Eva, Giuditta, Maddalena e altre” vuol dire fare i conti con un’esigenza chiarificatrice, che dà alla letteratura il compito di narrare “mondi possibili”. Come specifica Oliva a margine del testo, questo lavoro nasce dal ritrovamento di un manoscritto del padre: ben 600 fogli di appunti di studio sul testo sacro. Un mare di riflessioni che ha agitato anche l’immaginazione della scrittrice, e che, da non credente, si è calata con pienezza e libertà tra le pagine.

“La Bibbia raccontata da Eva, Giuditta, Maddalena e altre” è quindi “la somma” di un processo in cui si addizionano significati diversi. Senza pregiudizio, senza guidare le protagoniste delle storie secondo la propria volontà, Oliva aggiunge ciò che mancava, ciò che potrebbe essere stato omesso per secoli e secoli. Restiamo nel campo della pura “narrativa”, priva di ipotesi di studio o strane teorie, eppure, nonostante ciò siamo spettatori di una storia a cui non possiamo che credere.

“Una regola non può determinare alcun modo d’agire, poiché qualsiasi modo d’agire può essere messo d’accordo con la regola”. Ecco, questo paradosso di Wittgenstein si lega benissimo a ciò che Oliva mette in mostra attraverso le donne della Bibbia: un ruolo che rispetta la regola pur arrivandovi in un altro modo, tramite altre azioni. È in queste strade che bisogna ritrovare la lotta per l’identità, per l’attestazione della propria presenza in una società a “trazione maschilista”.

Tale gioco, senza forzature, fa del libro di Oliva un altro esempio di come la letteratura non deve porsi limiti nel momento in cui accetta la sfida di farsi portavoce dell’immaginazione e della creatività. “La Bibbia raccontata da Eva, Giuditta, Maddalena e altre” è un romanzo che non scherza con il “sacro”, ma che ridà dignità ai suoi molteplici significati.

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