A nessuno basta il mondo

Articolo e foto di Martino Ciano
A nessuno basta il mondo, neanche al Creatore che continuamente lo sconquassa con la sua occulta presenza. Questa isteria del miglioramento progressivo che ci lancia in una interminabile maratona sta mietendo vittime. Chi la fermerà? Il transumanesimo con le sue promesse di evoluzione biotecnologica?
A nessuno basta il mondo, perché ognuno crede di essere il mondo. La mente di ciascuno lo pensa, lo modella, lo progetta, lo scombina, lo disintegra. Coloro che hanno una spiccata immaginazione perdono letteralmente la testa. Costoro diventano fanatici, illiberali, violenti, dispotici.
Il linguaggio dell’uomo nuovo è vecchio, è ancestrale. Riporta a galla cose antiche come l’istinto di sopravvivenza, la legge naturale del più forte che spezza la schiena al più debole. Tutti tendono al primato, visto che anche la competizione è ormai considerata una pratica per perdenti. È finita l’epoca del sacrificio altruistico e della lotta comune; comune è solo lo scopo: primeggiare in ogni campo. “Se non hai una soluzione, allora sei il problema”.
A nessuno basta il mondo. Soprattutto, un mondo così lo schifano tutti, anche se ciascuno di noi ci sguazza? Forse non ci accorgiamo che questo mondo è quello in cui ognuno ha piantato una parte di sé stesso?
Chi salverà la terra e i suoi mari? Tra tanti, tra le folle, ciascuno allena la propria solitudine. Ci si addormenta entusiasti per aver portato a letto la pelle. Al sorgere del sole la speranza si riaccende: anche lei ha il diritto di risvegliarsi e di fare colazione.
Qualcuno mi chiederà di replicare, di mettere in dubbio questo punto di vista minimo, inutile, sprovveduto. A nessuno basta il mondo, altrimenti non esisterebbero gli sbadigli, i tempi percepiti come morti, la noia e la voglia di soffocare nel sonno.
In televisione dicono che questa è l’epoca in cui “il re è nudo” e chi è riuscito a vedere il suo corpo ha anche ammesso che è orrendo.