Evanescenza di una turbolenza
Prose e foto di Giuseppe Rocco
Figura
Mi sono spaventato della mia ombra,
portava un ombrello chiuso sulla larga spalla
mentre la pioggia gli sbatteva addosso
scolpendolo come si fa con le pietre
che nel lungo scorrere si erodono.
Lui sorrideva,
mi ha stretto la mano senza che lo volessi
e subito è sparita senza dire altro,
si è dileguata
nel caos primordiale dei miei pensieri.
Pianto
Ho buttato un foglio
su cui c’era scritta un’idea,
Mezzo rigo con una poesia
l’ho gettato distratto nel cestino.
L’ho visto piangere,
disperato per il suo destino
ha bagnato il sacco di plastica
e l’altra spazzatura.
Si è affogato nelle sue lacrime,
ha viaggiato nel suo aldilà di parole
e nella sua eternità
ingabbiata negli schizzi di grafite.
Evanescenza
Un signore mi ha fermato per strada, vicino ad una fontana, mi ha detto che secondo lui non stavo bene, gli ho chiesto perché, lui ha detto che era come se stessi per sparire. Mi sono specchiato nell’acqua, andava tutto bene, ero intero. Poi ho capito che si riferiva alla mutazione, ai contrasti, ai dissidi, ai paradossi, all’unità precaria dell’anima. Gli ho detto che aveva ragione. Sì, non stavo bene.
Insonnia
Un indesiderata
turbolenza di pensieri
fanno piegare l’albero
e cadere i frutti della coscienza
nell’ora del più fitto buio.
Tragedie, ansie,
Preoccupazioni, sconfitte,
gioie, felicità,
amori, vittorie,
nascono e muoiono in una sola notte.
Al mattino, spaesato,
non ricordo più nulla
dei fatti che mi hanno inquietato