Un animale selvaggio. Joël Dicker e la perfezione dell’invidia

Un animale selvaggio. Joël Dicker e la perfezione dell’invidia

Recensione di Letizia Falzone

“Siamo a Ginevra, in Svizzera, i primi di luglio del 2022. Si sta svolgendo una rapina in una gioielleria del centro.”

Il nuovo romanzo di Joël Dicker si apre così. Il lettore è fin da subito rapito dalla storia e si trova a girare una pagina dietro l’altra senza nemmeno accorgersene.

Lo stile di Dicker ha questa caratteristica, ti fa immergere nella trama senza nessuno sforzo, puoi leggere senza preoccuparti della noia, sarai solo piacevolmente solleticato a ricostruire tutte le tessere dell’enigma fino alla conclusione.

Il romanzo si sviluppa ripercorrendo alcune settimane precedenti alla rapina, durante le quali due coppie con figli fanno amicizia. La prima coppia, vive in una villa lussuosa dalle pareti di vetro, immersa nella foresta appena fuori Ginevra. Immaginate di avere come vicini di casa una coppia perfetta: un uomo e una donna belli, ricchi, gentili, affascinanti, con due bambini altrettanto perfetti, che ovviamente adorano la mamma e il papà, i quali sono pure dei genitori affettuosi, tolleranti e amabili. Una vera iattura per Greg, il poliziotto vicino di casa di cotanta perfezione, il quale al contrario ha una moglie lagnosa, dei figli indisciplinati e un conto in banca invisibile rispetto a quello di Arpad e Sophie, i due “perfettini” di cui sopra.

I Braun sembrano avere una vita senza macchia; sono ricchissimi, realizzati nel lavoro, molto belli e sempre in forma smagliante, hanno una famiglia da spot pubblicitario e sono intensamente innamorati. Gli altri due invece vivono nella stessa zona ma in una delle villette a schiera che i più ricchi chiamano “L’obbrobrio”. Hanno un’esistenza piuttosto ordinaria, fatta di impegni lavorativi e familiari. La coppia appare in evidente crisi, in particolare il marito, che è alla ricerca di nuove emozioni e sviluppa una vera e propria ossessione per Sophie, arrivando a spiarla nei suoi momenti più intimi.

Per Karine e Greg Liégan, i Braun, sono una dura prova di confronto, e si sa che spesso: l’erba del vicino è sempre più verde.

L’ultimo romanzo di Joel Dicker gioca su un sentimento impopolare quanto naturale: l’invidia, e intorno a essa costruisce una trama quasi pirandelliana, in cui la verità cambia a ogni pagina, rivelandosi in tutta la sua evanescenza e incertezza.

L’ambientazione del romanzo, Ginevra, con qualche rapida puntata a Saint-Tropez, trasporta subito il lettore nel mondo dorato del lusso e della ricchezza, un luogo in cui ogni desiderio può essere soddisfatto. In un caleidoscopico passo a due, le due coppie, i privilegiati Arpad e Sophie, e gli “sfigati” Greg e Karine, si conoscono, fanno amicizia, si invidiano e si ammirano, cercando di scoprire gli uni i segreti degli altri (e ce ne sono molti).

Un continuo andare avanti e indietro con flashback sapientemente orchestrati e una gestione certosina del tempo narrativo: questi gli ingredienti principali di questo thriller, che vuole soprattutto sottolineare come tutti noi siamo, dopotutto, animali selvaggi, che tutti in profondità abbiamo un istinto, un qualcosa che ci spinge ad agire, anche in risposta a quelle ossessioni che quando ci prendono sono in grado di cambiare la realtà. Perché i propri impulsi e bisogni facilmente diventano sentimenti, «e cosa si può fare contro i sentimenti? Sono la nostra unica, vera libertà».

Questa natura profonda è inoltre proprio ciò che molto spesso nascondiamo sia agli altri sia, in primis, a noi stessi, contribuendo a creare tanti segreti che quando vengono svelati sono in grado «di devastare quella vita armoniosa pazientemente intessuta». Il momento dello svelamento coincide quasi sempre come risposta a una ferita. E «bisogna diffidare degli animali feriti. È il momento in cui sono più pericolosi».

Inizia tutto in modo apparentemente tranquillo, ma poi, come una pantera pronta a balzare, la trama prende una piega inattesa, lasciando il lettore a bocca aperta. L’autore ti conduce dolcemente in una falsa sicurezza, solo per poi svelare una trama che si rivela più complessa e oscura di quanto si possa immaginare. La storia sembra muoversi con calma, ma sotto la superficie si nasconde una tensione crescente. E quando la pantera si sveglia, lo fa con una ferocia inaspettata, stravolgendo completamente la narrazione.

“Un animale selvaggio” non è solo un thriller, ma una riflessione sulle apparenze, i segreti e le conseguenze delle nostre azioni. Un romanzo dalla struttura innovativa, che alterna presente e passato con maestria. I personaggi, ben delineati, si muovono in un crescendo di tensione, portando il lettore verso un finale sorprendente.

La storia si conclude infatti con un colpo di scena inaspettato, lasciando tutti noi con un senso di suspense e mistero. È un thriller psicologico che esplora i temi della ricchezza, dell’ossessione, dei segreti e delle conseguenze delle nostre azioni.

Il maggior pregio del libro è che l’autore ha saputo trattare ogni tema affrontato in modo originale e inconsueto, mostrandoci quanto sia inafferrabile e illusoria quella che riteniamo felicità.

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