Il simulacro della rosa

Poesia e foto di Alessio Barettini
Ci ostiniamo a chiamare amore il simulacro della rosa.
Soggiogati dal passato,
dalla polvere che chiamiamo presente
dai riflessi scostanti che chiamano presente,
dalle lacrime di oblio.
L’assenza di futuro confonde l’anima
che attende ancora la sua innocente fine e
il suo contorno, la sua prima periferia
ora odorosa di esotico
e violata da questa cacofonia che chiamiamo attuale
che chiamano riuscita, successo a cui non si sottrae.
Il nostro tempo senza alternative
indulgente di guarigione
rivestito
ripensato
distratto
innamorato
ricurvo dell’anima amaranto
dal sapore di miele prodotto da api cibernetiche sfruttate sul lavoro.
Tempo libero a sprazzi
macchie di inchiostro
gettato su piani sovrapposti,
abita nei rumori del legno
che di notte sorprendono la veglia
del mago e della santa,
che incontrano lo stretto sonno del custode
e cadono nell’altro-quando e nell’altrove.
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