Volevo parlare ma ho scritto. Marco Scaldini e la scuola che va…
Recensione di Gattonero
La scuola va a ramengo, e su questa constatazione non ci piove. Poco/nulla consola il fatto che in Italia tutto, o quasi, vada a ramengo. Non da oggi…
La giustizia, il lavoro, la politica, il civismo, il rispetto per le persone e gli animali e i beni comuni… tutto scaravogliato, in molti casi letteralmente stravolto. La sanità si salva, in parte, per merito di dedizioni personali, talvolta di eroismi. Ma anche quella, come tutte le attività nate come preventive di mali peggiori, è in via di demolizione.
La scuola è comunque un capitolo a parte: una scuola che va in rovina significa che diventa fucina di ignoranza, che alla fine influenza direttamente tutti i settori del vivere quotidiano. E il resto dell’Italia finisce di affondare proprio per l’ignoranza conquistata dai giovani; che, direbbe il mitico Perboni alias Scaldini, purtroppo crescono e prendono le redini della carretta, quando agli stessi dovrebbero essere applicate come cavezza. Così gli asini patentati saliranno (saliranno!) a cassetta, e chi asino non è sarà (sarà!) imbrigliato in una ragnatela di asfissianti regole, che sembrano create a bella posta per allevare una società di somarelli.
Scaldini, in questa raccolta di altre perle, che si aggiunge alle precedenti pubblicate negli anni passati, ribadisce la triste presa d’atto di una situazione di cui ha piena consapevolezza. Avrebbe la capacità letteraria per scagliare fulmini e saette verso questo sistema (e lo ha dimostrato in altre pubblicazioni esulanti l’ambito scolastico), ma preferisce queste perle, spilli e freccette, per mandare anche qui il messaggio in maniera ironica, che a malapena nasconde il sarcasmo di fronte all’indifferenza (quando va bene) con cui viene valutato il problema scuola; sinonimo dell’indifferenza è il menefreghismo, ed è quest’ultimo che impera nelle stanze dei bottoni che regolano una caduta, ormai un rotolio inarrestabile.
Una botte di Regolo, irta di punte verso l’interno, nella quale il personale docente è costretto ad infilarsi anno dopo anno; ogni chiodo è una nuova disposizione che annulla altre precedenti, pronta pur’essa ad essere a sua volta cancellata.
Perle, ancora perle di ignoranza, che provocano il sorriso, talvolta lo sghignazzo, e coinvolgono tutto il mondo scolastico, dal Ministero agli insegnanti, dai genitori agli operatori di supporto, fino a raggiungere il meglio dei componenti questo nucleo: gli studenti, ossia quelli che studiano, che apprendono, o perlomeno che dovrebbero studiare per apprendere. Dovrebbero…
Scaldini/Perboni, con i libri sulla scuola, si è creato l’aura di carogna, e di questo titolo va fiero, lo sente come un cavalierato, una commenda, una baronia acquisita sul campo. Il suo carognaggio lo divide equamente tra quello che dice (e scrive) e quello che pensa (e scrive), in un’alternanza divertente.
Che trasuda un’amarezza accumulata in una trentina d’anni di docenza, giusto la metà di una vita lavorativa, vissuti nella selva oscura di una scuola che da tempo ha perduto la diritta via. La povertà è una malattia che, si dice, è stata guarita; l’ignoranza no, la si coltiva, quasi la si propugna, come fosse un bene da difendere e da diffondere. La scuola è un’impresa in perdita, non produce; anzi produce solo danni… da pagare comunque, perché così dice la Costituzione.
Qualcosa è andato storto, sta andando storto, negarlo è da struzzi. Scaldini/Perboni è un don Chisciotte che, a modo suo, combatte contro i mulini a vento… regalando sorrisi.