Arte. Riemerge a Forenza una via Crucis del XVIII secolo
Articolo e foto di Andrea Basana. Andiamo a Forenza, in Basilicata, per parlare di questa importante scoperta
La cittadina di Forenza, che si staglia fiera dalla sua posizione sopraelevata tra i monti dell’alto Bradano, sembra essere uno scrigno di tesori nascosti che solo in tempi recenti si è convinta a svelare. In questa sede tratteremo di un ritrovamento avvenuto nei depositi della chiesa di San Nicola: tredici dipinti di una via Crucis settecentesca.
I dipinti, di grande formato (circa 120×90 cm) sono in totale 13; purtroppo il 14° manca ancora all’appello. Essi posseggono una elegante cornice modanata dipinta in verde lacca, sormontata da una semplice croce nera. I dipinti sono stati realizzati su una tela grezza costituita da spessi fili che farebbero pensare ad un tessuto di lino o canapa. I telai in legno tenero risultano originali e tutti i chiodi che assicurano le tele ai telai sono coerentemente forgiati a mano.
Le scene sono dipinte in maniera molto ingenua tanto che a tratti sfocia quasi nel naїf. Non vi è alcun tipo di contestualizzazione della figura nel paesaggio, che viene trattato quasi come un fondale da teatro. Ciò che al pittore interessava, infatti, erano i personaggi della scena sacra, i quali sono sempre in primo piano e a tutta figura; di rado compaiono persone seminascoste da altre.
I tratti dei volti sono marcati e i colori dati con tratto deciso, ma con poca ricerca della caratterizzazione dei singoli personaggi, che sembrano quasi venire stereotipati nella loro semplicità di realizzazione: i romani dai connotati duri e spigolosi, i cristiani dai volti rilassati e lindi.
I colori sono stesi con estremo vigore, quasi in maniera macchiaiola, con grandi campiture omogenee che in molti casi richiamano la pittura fauve, non solo per la tonalità accesa delle tinte, ma anche per la realizzazione dei corpi e della loro contestualizzazione nello spazio così ieratica ed arcaica da rievocare le icone bizantine.
Tale indirizzo pittorico, adottato dall’artista delle tele, sembra richiamare molto da vicino due dipinti presenti a Forenza: La Madonna dell’Armenia di San Nicola e il frammento di affresco presente sulla volta di San Pietro. Essi sono molto importanti oltre che per la condivisione di molte caratteristiche stilistiche, anche perché confermano la datazione della via Crucis al XVIII secolo, a suffragio di quanto già le tecniche di realizzazione delle varie componenti delle tele e dei telai ci avevano fornito.
Non possiamo di certo annoverare il pittore che ha realizzato i dipinti della via Crucis nella rosa dei migliori artisti che hanno transitato sul territorio di Forenza, ma innegabile risulta il merito che va a lui dato per le sue opere, le quali nonostante le ingenuità tecniche risultano di una gradevolezza davvero sorprendente, con un impatto visivo molto forte che di certo doveva essere assai apprezzato dai fedeli dell’epoca, i quali davanti ai loro occhi vedevano semplici e risolute immagini della fede, prive degli orpelli stilistici che le avrebbero rese probabilmente alla loro sensibilità troppo distanti ed idealizzate.
I dipinti purtroppo non sono in buono stato di conservazione, anzi alcuni risultano quasi illeggibili, avendo subito grossi danni dovuti ad infiltrazioni d’acqua già in passato. Importantissima considerazione che si deve fare su questa via Crucis è il fatto che sia l’unica dipinta di Forenza, oltre che la più antica e maggiormente completa presente nel paese.
Quella attualmente presente nella chiesa di San Nicola, seppur molto bella, non ha gran valore dal punto di vista artistico, essendo costituita da grandi medaglioni polilobati con scene a bassorilievo eseguiti in gesso e databili al tardo ’800. La via Crucis presente al Convento del Santissimo Crocifisso, invece, oltre che mutila di due stazioni, è costituita da cromolitografie su tela, cioè stampe colorate su tela, realizzate agli inizi del ’900, perciò anch’essa priva di un vero valore artistico. Pochissima attenzione, infine, meritano le piccole vie Crucis costituite da minute stampe presenti nelle altre chiese di Forenza.