Vera. Quinta parte di un racconto poliziesco

Racconto di Salvatore Conaci

Viaggio come un pazzo, e al mio ingresso nell’area Arrivi controllo il tabellone delle partenze. Un Milano decolla tra quarantacinque minuti. Ho conoscenze al posto di polizia: posso raggiungere i gates in cinque minuti. Le telecamere sono fuori questione. Se hai appena ammazzato, fai di tutto per renderti irriconoscibile in aeroporto. Non so cosa sto facendo, ma l’inconscio fa calcoli che alla coscienza sfuggono. Ho appena lasciato un incarico senza pensarci due volte. Un bel faccino, al momento giusto, ribalta il mondo senza fare rumore. Ma non è solo quello. Gli abitanti di Verna non si scannano per portarsi via un hard disk. C’è dell’altro. Chi l’ha fatto, chi ha ammazzato il benzinaio è qualcuno che ora ha disperatamente bisogno di un aereo. Un aereo per Milano, chissà… una cosa è certa: Vera non deve metterci il culo, su quell’aereo. Qualunque sia il suo ruolo.

Vado in fondo, lontano, verso i bagni. Devo sciacquarmi la faccia, svegliarmi. L’area bagni è lontana, deserta. Ci metterò due minuti. La porta, però, sembra bloccata. Non ci sono sigilli né avvisi, quindi forzo, e una volta dentro vedo che qualcuno ha piazzato un perno dall’interno. Potrebbero essere dipendenti in cerca di intimità clandestina, ma tutte queste casualità mi sembrano un continuo ammiccamento della sorte, come se il destino volesse consigliarmi con discrezione. E subito capisco che è così: dalla toilette delle donne si leva un vociare identico a quello di stanotte in camera. Sento la tensione annidarsi nello stomaco come una serpe.

… e non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal Male, li sento cantilenare prima di un lungo silenzio, mentre mi calo nel corridoio, circospetto.

Mi trovo dietro la porta. Qualcuno sta prendendo la parola: “Fratelli e sorelle, gioite! La Legio Dei sarà sempre la spada invisibile della Chiesa contro il Male, in tutto il mondo. Niente e nessuno minerà mai la solidità della nostra organizzazione, neanche in tempi difficili e oscuri come questi che viviamo. Col volere di Dio, siamo stati, e sempre saremo, ai posti di combattimento, dal lato giusto della barricata. La nostra prossima missione, come sapete, è contrastare a Milano la notte di Samhain, che i satanisti abilmente mascherano da innocua festività detta Halloween. Il mondo intero adora il demonio senza saperlo, e siamo sempre meno, noi difensori della verità. Ma da Roma ci chiedono questo: di non abbatterci, e difendere le anime innocenti dal male che serpeggia per le strade. Pochi ma inossidabili, fratelli e sorelle! Sono così costretto a provare la volontà della nostra sorella Vera, che ieri notte, mentre noi lavoravamo per contrastare il Samhain in Sila, si perdeva, corrotta dalla menzogna della carne. Come possiamo entrare in un tempio del demonio e affrontare i suoi seguaci, se la nostra fede vacilla? Vera subirà la punizione che merita, e che la purificherà in vista delle battaglie che ci attendono. Per Roma, per la Chiesa, per il Bene! Tenetela ferma!”

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