Un reflusso di coscienza insieme a Friedrich Nietzsche
Di Martino Ciano
Non esistono fatti, solo interpretazioni. Perché è la somma di tutti gli errori a noi sconosciuti e giudicati tali solo in un secondo momento e dopo lunghe riflessioni, che ci fa perseguire per la strada che abbiamo ritenuto giusta. Così il nostro senso di giustizia è solo il sintomo dell’incapacità e dell’impossibilità di conoscere l’errore che dà vita a tutti gli altri. Noi crediamo in un male e in un bene che ci sono stati imposti fin dal primo vagito, che i nostri genitori hanno appreso dai loro genitori e sui quali nessuno ha mai ragionato. Dobbiamo vivere per fare il bene e per evitare il male, ma mai sappiamo cosa sia davvero giusto e cosa sia sempre sbagliato. Siamo abituati a parlare di bene e di male, ma come tutti gli abitudinari non pensiamo che forse tutto ciò è solo una costruzione della nostra mente.
Oh, voi avrete assaggiato la dolcezza di un bacio strappato all’amata. Donzella dal viso di seta che ti schianti sul mio volto, sempre il tuo sorriso trafigge il mio cuore. E così ti ammiro mentre la tua bocca si schiude sulle mie labbra e mi ruba le parole, e mi strappa le sillabe, e anche la lingua, fin quando non mi ritrovo tutto intero nel tuo stomaco e scendo lungo il tuo intestino, solleticato dai villi intestinali che purificano il mio amore dagli ultimi liquidi libidinosi, per poi essere un disumano escremento cilindrico privo d’ogni proprietà nutritiva.
Anche tra questo letame c’è la poesia o la ricercatezza della parola, perché non c’è più nulla da raccontare e nulla più su cui ragionare. Parlare d’amore o parlare di merda non fa differenza. E di quali storie dobbiamo ancora cibare la mente se ormai tutto è stato detto e a nulla è servito. Io parlo a voi e ora non ho più nulla da dirvi, da raccontarvi, perché queste parole non esistono e se esistono, in un altro Universo non avrebbero significato. Allora perdonatemi, io vi ho ammutolito solo perché avevo la necessità di parlare, di dire, di non raccontare una storia, perché come non esistono storie, così non c’è nulla da insegnare, da tramandare, da conservare, da distruggere, da rinnovare, da ricreare.
Conosco i rivoluzionari, sono quelli che si ammazzano perché non sono riusciti nei loro intenti, sono quelli che piazzano bombe sui treni o per le strade per dare a tutti la libertà, ma di quale libertà si parla, visto che siamo da sempre schiavi della vita, di un cuore che deve battere per mandare in circolo il sangue e di polmoni che devono respirare per mandare in circolo l’ossigeno. E in questo circolo vitale sta sempre un tempo che scorre, che ci toglie energie, che ci invecchia accarezzandoci.
Intanto, il cielo collassa. Lasciate pure che pianga.