“Un libro e una rosa rossa”. 23 Aprile Giornata mondiale del Libro
Articolo a cura di Letizia Falzone
Il 23 Aprile si celebra la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto D’autore, indetta dalla Conferenza generale dell’Unesco. La scelta della data non è casuale ma, anzi, di grande effetto. Nel 1616 morirono tre grandi autori: William Shakespeare, Cervantes e Inca Garcilaso de la Vega.
Dal 2001 l’Unesco e le organizzazioni internazionali che rappresentano i tre principali settori dell’industria del libro: editori, librai e biblioteche, decidono una capitale alla quale assegnare questo ruolo per un anno.
La prima fu Madrid, l’anno successivo fu Alessandria d’Egitto, poi fu la volta di New Delhi, Antwerp, Montreal, Torino, Bogotà, Amsterdam, Beirut, Ljubljana, Buenos Aires e Yerevan. Nel 2013 fu Bangkok, in Thailandia, mentre nel 2014 è stata la volta di Port Harcourt, in Nigeria. La capitale mondiale della Giornata Mondiale del Libro 2020 ci porta in Malesia, a Kuala Lumpur. Mentre quest’anno ci troviamo a Tbilisi in Georgia.
L’obiettivo della Giornata è quello di incoraggiare a scoprire il piacere della lettura e a valorizzare il contributo che gli autori danno al progresso sociale e culturale dell’umanità . Il messaggio è rivolto principalmente ai giovani che, tramite la parola scritta, possono ripercorrere le gesta delle donne e degli uomini che hanno contribuito al progresso sociale e culturale.
Il libro e la lettura rappresentano un mezzo indispensabile di approfondimento e di conoscenza di noi stessi, degli altri e del mondo, e soprattutto nei periodi di incertezze e precarietà ci aiutano a guardare avanti fiduciosi. Promuovere la lettura serve a formare cittadini oltre che informati, che abbiano capacità di capire quello che leggono e quello che ascoltano, farsi delle proprie opinioni, crescere, non solo da un punto di vista culturale, ma anche sociale ed economica.
Investire nella lettura, soprattutto per i più piccoli, nelle scuole, significa investire sul futuro di un Paese. Quando non lo si fa, i risultati sono quelli di un Paese che non legge, che non capisce. Sostanzialmente di un Paese che non cresce.
Le cose che si amano a mio avviso, si amano da subito. La lettura, i libri, soprattutto se promossi e letti nelle famiglie e nelle scuole fanno sì di intraprendere un cammino per un grande amore. L’idea della giornata mondiale del libro ha origine in Catalogna dove il 23 aprile viene offerta una rosa per ogni libro venduto. San Giorgio è una festività molto sentita in Catalogna.
La leggenda narra che un drago terrorizzasse un villaggio della regione e che per placare la sua ira gli abitanti gli davano in pasto degli animali. Col passare del tempo questi non furono più sufficienti ad ammansire la bestia, così la popolazione fu costretta ad immolare le persone. Il giorno che questa crudele sorte toccò alla figlia del re, un cavaliere di nome Jordi (Giorgio, in catalano) combatté con il drago per salvarla. Fu così valoroso ed impavido che con la sua spada uccise il mostruoso animale e da uno spruzzo di sangue spuntò una rosa rossa, che Jordi donò alla fanciulla.
Così nel 1926 un editore valenzano, Vicent Clavel i Andrés, fuse leggenda e storia unendo il simbolo del libro, che ricordava gli scrittori, alla rosa di San Giorgio dando vita alla “Festa dei libri e delle rose“.
Leggenda, anniversari, amore per la lettura e per i libri si fondono e promuovono questa bella festa in cui gli innamorati, i fidanzati e tutte le persone che si vogliono bene si regalano libri e rose. E così, ecco la giornata dei libri… e delle rose!