Trilogia del disagio. Viaggio nella poesia di Nicola Vacca

Trilogia del disagio. Viaggio nella poesia di Nicola Vacca

Poesie di Nicola Vacca. Foto in copertina di Gaetano Del Mauro

Mattanza dell’incanto (2013), Luce nera (2015), Commedia ubriaca (2017) sono alcuni libri che ho pubblicato per Marco Saya editore e che idealmente formano una trilogia del disagio. In un futuro prossimo pubblicherò queste opere in un unico volume, Trilogia del disagio, appunto. È un modo per dare definitività a temi trattati nei tre libri, soprattutto oggi che il disagio in cui viviamo assume le proporzioni di un caos mondiale. E anche perché avverto l’urgenza attraverso le parole di suonare l’allarme e di scuotere la mia coscienza, per tenere vive quella di noi tutti.

Poesie tratte da “Mattanza dell’incanto”

La società sbagliata

Le cose non stanno più al posto giusto
la lingua muore
per le parole che non ci diciamo.
Smettiamo di essere persone
per l’ascolto che ci neghiamo.
Succede di tutto davanti all’ingiusto
che non siamo capaci di arginare.
Nel gorgo non ci siamo capitati per caso.
Alzare la testa diventa impossibile
quando nessuno è capace di rinunciare
allo scudo dell’indifferenza.
Sappiamo essere crudeli
quanto basta per condannare a morte
chi ancora raccoglie per noi
i fiori del male.

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L’inverno dentro

Non si respira un’aria buona
troppe paure dicono
che spaventa anche la libertà di tacere.
Le parole non hanno un senso
ma c’è anche un senso senza parole.
Dentro questo inverno
c’è un ghiaccio universale.
Questo è il dramma
perché una volta il freddo
lo sentivi nelle ossa
e avevi una stagione da raccontare.

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Il grande nulla italiano

Il paese è caduto nelle mani
dell’arbitrio di pochi.
Si sono chiusi nel palazzo
hanno spento la luce sul bene comune.
La repubblica è marcia
perché solo i prepotenti
sostengono di avere ragione.
Delle leggi fanno macerie
alzano la voce per avvisare
che nessuno spinga il pedale fino in fondo.
La libertà annega
la deriva si apre sul baratro
del grande zero della democrazia.

Poesie tratte da “Luce Nera”

Dal profondo del maiale

Sopra e sotto le macerie
nella gabbia della nostra animale essenza
prigionieri di una putrefazione
che scontiamo vivendo.
Eppure ogni cosa è crollata
sotto i nostri occhi
ma volentieri porgiamo le guance
al male che ha costruito il suo impero
nei nostri cuori di maiali.

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Tagli

Come se un bisturi
prendesse per mano la vita
mentre incide ferite
sulla pelle dell’ora presente.
Ci deve pur essere un altro sguardo
oltre il veleno delle cose
che concede al male
il beneficio del dubbio.
Nessuno chieda più tempo
davanti all’amputazione del pensiero.
Le parole devono farsi tagli
altrimenti la carne nessuno la racconta.

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Luce nera

La lingua dei barbari
balbetta terremoti di crudeltà.
È proprio perché siamo finiti
nel nero di un bagliore
che si devono amare
i chiari dilemmi dell’oscurità.
Nel diario dell’apocalisse
la parola è sveglia
anche se abitiamo il sonno.
È nel nero che esplode
la volontà di potenza della luce.

Poesie tratte da “Commedia ubriaca”

La commedia ubriaca

In case come tombe
sepolti dall’ego del tubo catodico
sputiamo rancori
riteniamo di essere sempre nel giusto.
Non consideriamo mai un’attenuante
in favore del dubbio.
Ci assolviamo
senza nessun appello per l’ascolto.
È ubriaca la commedia
che recitiamo da sobri
in un apparente stato di quiete.

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La calma piatta del pensiero

Il fiato è corto
e si spezza anche l’ultimo tentativo di respiro.
Non ci sono più le condizioni
per donare ossigeno alla mente.
La calma piatta del pensiero
mortifica gli ultimi gesti di ribellione.
Attenti agli abbracci di crudeltà
che stanno azzannando il cuore
in un perenne stato d’assedio
che tutto divora.
Lo strangolamento è iniziato
il potere è grigio
e noi siamo già morti.

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L’amore nero

Il pensiero vacilla.
Il punto di vista da cui scrivo
è l’allarme che graffia i cuori degli abissi.
Nessuna carezza
gonfia la vita.
Un amore nero è la bestia
che esplode negli spazi vuoti.
La penna scortica le parole.
Dove la dolcezza si dilegua
resta una corda che impicca i baci.

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