Tre donne in versi

Tre donne in versi

Poesie di Italo Cirene. Foto di Martino Ciano

Maledizione alla madre

Io ti maledico, madre!
Non capivi, stolta, che il miele
rubato ha un amaro retrogusto?
Che non si può
donare una rosa al vento
impunemente?
E cosa me ne faccio di me,
d’una vita che come la tua
ha piani sfalsati contorni irregolari?
Ad ognuno, direte, l’ufficio
di sovvertire l’oroscopo.
Ma per quelli della nostra razza
la sua legge ha l’irrevocabilita’
d’una condanna senza appello.
E doveva ben conoscerlo lei
che non seppe contravvenire a se stessa
sottrarsi al disegno di quell’ora.
Forse un giorno
prima che scada il nostro tempo
speranza d’altro tempo ci sarà per noi.
Il tempo che oggi non so darle.
Il giusto tempo in cui
rinunciando a dircele di santa ragione
avremo imparato a parlarci
nella madre di tutte le lingue,
in quel lessico famigliare
il cui senso oggi ci sfugge
come la reciproca voglia di comprenderci.
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Epigrafe per la nonna
In poca e fioca luce visse
ma col cuore sopperiva ad ogni cosa:
con esso fiutava la vita
maneggiava la casa.
Per asilo, per scuola la famiglia
e per mondo.
Fin quasi ai giorni di quel tempo
che ella pur ignara
indovinò moribondo.
Di ciò l’istante rammento
di consegne ultime
chiuse in una confidenza
colta di soppiatto.
Metà appena
dei quasi venti frutti maturarono a colei
il cui ricordo della madre
fu nebbia nella memoria infantile.
Collezionava sassi d’arenile, dei più strani,
– forse monili o amuleti per esistere o resistere-
olezzava di mare il suo cassetto.
A lei, a cui fui propaggine inattesa
e al cui bene bene ahimè non seppi far eco,
con questo canto che sa di pianto
il ricordo e il mio grazie mai detto.
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11 settembre 2008
Somigli alla tua terra: vicenda d’erte e pendici.
Con schianto d’acque e raffiche di tramontana
la vita t’ha lasciato ricordi e cicatrici.
Prima di noi, vivevamo come lupi nella tana,
con scorte di sentimento e risentimento,
sospesi ad un urlo scagliato nel vento.
Ululavi alla luna anche tu, quando a me sei venuta.
E quel grido era vita che chiedeva d’essere vissuta.
Acqua della tua terra- come lei dolce e impetuosa-
sei nata per me, per le mie mani per i miei baci.
Tu che mi riempi braccia e giorni, così mi piaci.
Mia amica mia amante mia fresca sposa!

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