Tortora. “La poesia, le parole e la comunicazione”. L’esperienza degli studenti del socio-sanitario “Antonio Gabriele”
Articolo e foto di Letizia Falzone
L’uno marzo 2024, presso l’Istituto Socio-sanitario “Antonio Gabriele” di Tortora, si è concluso il “Concorso Parole d’Amore” rivolto a tutti gli alunni afferenti alla scuola. Fondamentale e preziosa l’organizzazione della vicepreside, la professoressa Ramona Papa che ha promosso l’iniziativa e motivato, insieme agli altri docenti, tutti i ragazzi a creare poesie. Sono stati tanti i “poeti” che hanno espresso e dato voci alle loro emozioni attraverso le parole.
La giuria, composta da alcuni docenti dell’istituto e da me in veste di presidente, ha selezionato tre poesie per stile, creatività e contenuti, attribuendo il primo premio a Vincenzo Belardi, poi a Sarah Martino e Samantha Imperio.
Menzioni speciali per altri tre studenti (Mariantonietta Maceri, Emanuel Castellano e un anonimo che è rimasto tale anche dopo il riconoscimento).
Il professore Giampiero Valente ha offerto agli studenti alcune riflessioni sul tema della poesia e della creatività con riferimenti alla letteratura, al cinema e alla musica, mentre la professoressa Agnese Belardi, già preside della scuola e ospite a sorpresa della giornata, con un appassionato intervento sul valore della cultura e dello studio, in particolare dei classici in un’epoca dominata dai social e dal web, ha esortato i ragazzi a sviluppare senso critico, a rispettare l’altro e a coltivare il valore dell’amicizia oltre che alle passioni, come doni preziosi attraverso i quali si può percorrere la strada della gioia e dell’armonia.
Il mio intervento è stato una sorta di “consiglio” sulla direzione giusta da prendere quando si ha paura di esprimere i propri sentimenti. Spesso avvertiamo qualcosa che ci può far star bene o male, ma ci mancano le parole per dirlo, per esprimere ciò che stiamo provando. Eppure, saper descrivere le proprie emozioni con le parole può influenzare profondamente il nostro benessere emotivo: può sembrare banale, ma il linguaggio svolge un ruolo fondamentale nel modo in cui percepiamo ed elaboriamo i nostri stati emotivi.
Scrivere, che poi alla fine vuol dire esprimere ciò che proviamo rispetto a una esperienza, ci porta automaticamente ad elaborare e incorniciare il nostro vissuto emozionale in una narrazione, cioè una delle strutture cognitive più potenti di cui disponiamo. Indipendentemente da chi siamo e che cosa facciamo, la scrittura può essere fonte di grandi benefici, aiutandoci a razionalizzare le emozioni, a calmarci, persino a migliorare la nostra salute fisica e mentale, abbassando i livelli di stress, ansia e depressione.
Ci aiuta a vedere più chiaramente quello che vogliamo dire, grazie alla ricerca delle parole giuste che ci obbliga a sforzarci di dare un senso logico ai nostri pensieri, a focalizzare i punti salienti di ciò che vogliamo comunicare e a dare loro il giusto peso.
E, per chiudere il discorso, un invito a riprendere carta e penna, a preferire la scrittura a mano rispetto al computer perché scrivere a mano favorisce un ritmo più lento e riflessivo, quasi meditativo. Questo ritmo permette di assaporare ogni parola, di riflettere sul significato di ogni frase. È un modo per rallentare in un mondo che va sempre più veloce, permettendoci di immergerci pienamente nelle nostre riflessioni.
Grande la gioia dei ragazzi di essere stati i veri protagonisti dell’evento e tante le emozioni che gli elaborati hanno suscitato nella giuria: dalla felicità alla tristezza, dalla gioia alla rabbia, al rimpianto, l’incertezza, la malinconia e l’angoscia. Ma il vero centro focale del concorso è stato l’amore, l’amore in tutte le sue sfumature.