“La testimonianza” di Mattia Torre. La lettura di Saverio Di Giorno. (Seconda parte)
Di Redazione. In foto: Mattia Torre (Livia45, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons). Seguici e iscriviti anche sul canale WhatsApp: https://whatsapp.com/channel/0029VaDWcN25EjxzoWoAJu05
All’interno di un percorso di lettura espressiva ed esercitazioni di recitazione Saverio Di Giorno si cimenta nella lettura e nell’interpretazioni di brevi racconti, atti unici di Mattia Torre. Ogni racconto sarà suddiviso in “puntate” della durata di 10/15 minuti l’una. Come una pillola serale per fare il bilancio sorridendo.
Il protagonista chiamato a testimoniare per un incidente nel quale si è trovato in qualche maniera coinvolto va in crisi. Testimoniare significa “dire la verità”, ma anche “conoscere e conoscersi”. Ma come si può fare una cosa del genere, come può farlo lui che non conosce a fondo se stesso, la sua relazione con Elena, conosce solo il ping-pong.
Il primo racconto preso in considerazione è “La testimonianza”.
Chi è Mattia Torre?
Mattia Torre (Roma, 10 giugno 1972 – Roma, 19 luglio 2019) è stato uno sceneggiatore, commediografo e regista italiano, noto per aver collaborato alla sceneggiatura, insieme a Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico, della serie televisiva Boris. Il fulcro del suo lavoro è mettere il pubblico davanti alla sconcertata evidenza delle fragilità e delle dissonanze dell’umana esistenza. Racconti, anzi monologhi umoristici che prendono spunto da episodi apparentemente comuni e banali. Con la sua capacità di scrittura e di analisi, viscerale come solo la leggerezza sa essere mette a nudo ossessioni, paure, vergogne sottaciute della nostra epoca.