La roccia rotola ancora. Camus e la “poetica dell’assurdo”
Recensione e foto di Martino Ciano. In copertina: “La roccia rotola ancora. Sulle tracce di Camus” di Antonio Fiscarelli, edizioni Malanotte, 2023
Parla anche della solitudine questo libro, ma della solitudine creativa, quindi positiva. È il momento in cui l’Io si stacca dall’Essere, riflettendo su sé stesso e riconoscendo una certa assurdità di senso. A questa mancanza l’Io risponde con un atto creativo. È un lavorio la solitudine; è una manipolazione attraverso cui ci opponiamo al Tutto, ma allo stesso modo ci apre ad esso perché ci getta in una estenuante perlustrazione.
Ecco, questo breve saggio penetra nell’opera più particolare di Albert Camus, quella in cui egli pone la domanda più ostica che la filosofia non ha mai indagato: è degna o non è degna d’essere vissuta la vita? Il suicidio è nella nostra testa; è a portata di mano, si fa possibilità di fronte a ciò che appare irrimediabile, quando ogni “senso” è andato perduto.
Il fatto d’essere poco dibattuto, quasi considerato un tabù, lo contraddistingue da tanti altri argomenti. Schopenhauer ad esempio riconosceva che il suicidio non è il gesto di chi non ha cura per la vita, ma l’effetto di un tradimento inaccettabile ricevuto da essa. Quasi una punizione che il suicida infligge a quella volontà propulsiva, che cieca e senza nessun piano preciso, domina ogni cosa, essendone l’essenza. Ma davanti all’assurdo che ci assilla, che ogni giorno mette a dura prova quel sistema di segni e significati attraverso cui diamo ordine al mondo, la scelta di vivere, di lasciarsi travolgere dagli eventi, dev’essere prettamente stoica.
L’assurdo non spinge al suicidio, ma rinnova l’idea dell’indomabile. Come fa notare l’autore, Il mito di Sisifo prepara Camus a un altro tema scottante: la rivolta. Se di fronte al caos che ci circonda si apre una scelta, l’uomo in rivolta è invece colui che dice “no”, ma anche lui viene travolto dall’assurdo, in quanto scopre presto che non tutto può essere controllato dall’essere umano. Il male nella sua forma più subdola e banale, si pensi alla morte accidentale di un bambino, non potrà mai essere del tutto e per sempre eliminato.
Di fronte a queste tematiche che ancora oggi non trovano risposta, ma ciò non accadrà neanche tra millenni, ogni aspetto, dal più semplice al più complesso, ci fa riflettere e ci getta negli abissi della vita e dell’esistenza. Abbiamo ancora la voglia di stupirci di fronte a quella pietra che rotola giù dalla pendice del monte, nonostante l’immane sforzo che abbiamo compiuto per portarla in cima?