Sebastiano Adernò. Lunario. GaEle Edizioni

Sebastiano Adernò. Lunario. GaEle Edizioni

Articolo di Martino Ciano

Se ne sta l’uomo nel suo mondo in cui tutto viene giudicato secondo il suo limitato sistema di misurazione. Bene-Male, Giusto-Sbagliato, eccetera ed eccetera che si riversano in riflessioni frutto di tentennamenti, mentre il sole sorge e tramonta, e il tempo “apparente” mai si incontra con quello “oggettivo”, proprio perché esso non esiste. E passano i secoli e tutto è sempre incentrato sulla “ricerca di un senso” che sfugge.

E così è Lunario di Sebastiano Adernò. Un libro prodotto artigianalmente, in copie numerate, per renderlo “creatura” di cui prendersi cura, come bisognerebbe fare con la poesia che non è mai produzione di versi, ma sempre graffiante attestazione dell’esserci. E poiché ogni cosa si attraversa, è giusto che ogni passaggio sia cristallizzato?

Ecco una domanda che non troverà una risposta immediata. Il poeta non la pone mai direttamente, ma la fa intuire. E la forma intuitiva è ciò che rende liberi i versi, affinché ogni componimento si riveli secondo il suo significato più autentico. All’inizio le parole spiazzeranno, poi si insinueranno nell’anima, si purificheranno e lì metteranno radici.

Dal piano divino a un disegno scarso/Di pena in pari, e di pari in passo/Al pianterreno coccolavo un sasso.

Se ne sta l’uomo nel suo incanto. Davanti alla disgrazia cerca la speranza; nei tempi bui corre a ripararsi sotto la luce; nei giorni dell’ira spalanca il cuore all’amore; quando il silenzio l’avvolge, la sua fantasia sbraita; quando non sa darsi spiegazioni, inventa cause ed effetti.

E poi ti chiedi/di che incanto era fatto il pane/che per anni ci ha saziato?/ E per quale assurda magia/ci si incontra ancora/nella morbida ingiustizia/ di un indirizzo sbagliato/Il tempo mano per mano/erano le fila di un ricamo.

Dice Adernò che il suo libro nasce da una sfida. Queste poesie sono state scritte in un mese. Perciò Lunario. E la luna scandisce le maree e gli umori degli uomini, anche in un periodo come questo, in cui sospesi attendiamo la fine della Pandemia-Covid19. Ma cosa rimarrà nel cuore dell’umanità?

E di fronte ad un’altra morte/taci e scacci gli occhi/ come il pane che non ha visto il sale.

Che sia questa la risposta?

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